Un semplicissimo esercizio di pregrafismo diventa dibattito nazionale. Migliaia di insegnanti sono in disaccordo sulla modalità di scrittura della lettera A maiuscola.
Il pregrafismo è sicuramente un momento importante per quella che sarà la corretta scrittura da parte di uno studente. Infatti gli esercizi agevolano notevolmente i movimenti della mano e determinano la corretta impugnatura della penna. Solitamente si svolgono durante la Scuola d’Infanzia ma alcune insegnanti della Primaria li eseguono all’inizio della classe prima. L’importante è che non siano attività ripetitive e pesanti, al fine di non risultare noiose e, di conseguenza, inutili.
Ma quello che ha creato notevole scompiglio è stato l’esercizio di pregrafismo della lettera A svolto da un bambino.
Come scritto nel libro utilizzato in classe, il bambino ha scritto la lettera A maiuscola partendo dall’alto tracciando le due stanghette ed unendole a metà con la riga orizzontale. Sentenziale è stata la risposta dalla maestra al momento della correzione dell’esercizio: ERRATO!
Il bambino aveva scritto la lettera A in questo modo:
Mentre la maestra ha fatto ripetere l’esercizio, suggerendo di scrivere la lettera A in questo modo, partendo dal basso:
Risultato? Il bambino si è visto correggere tutto l’esercizio e questo ha scatenato un grandissimo dibattito in sua difesa.
Il dubbio rimane quando, analizzando attentamente decine di testi dell’infanzia e della primaria, una vera risposta non si riesce a darla: alcuni testi dicono di scriverla come il metodo uno, altri come il metodo due. Significa forse che la lettera A è possibile scriverla in entrambi in modi? Se sì, come mai, allora, il bambino si è visto correggere l’esercizio?
Il dubbio rimane. Sicuramente per il bambino. E forse anche per noi.
Recentemente lo stesso è accaduto con un altro esercizio di matematica in cui la maestra aveva corretto lo svolgimento dell’operazione 5×3, da 5+5+5 a 3+3+3+3+3. Il caso aveva coinvolto insegnanti e matematici di tutto il mondo.
Non penso che una lettera perda valore o venga scambiata con un’altra giudicando il modo in cui essa viene scritta, o no?
Una A resta sempre una A, e così via…
Perchè attaccarsi a queste inezie?
Non bisogna disorientare i bambini in età fragilissima, i cambiamenti avvengono nel tempo con scoperte guidate con esperimenti, ognuno esprime la propria personalità anche attraverso la scrittura l’ importante è non perdere di vista il risultato e che ognuno riesca con le proprie capacità a raggiungere la meta .
Ma era davvero necessario correggere il bambino? L’importante è il risultato non come l’ha ottenuto. Mi sembra davvero una sterile polemica scatenata da una docente molto, troppo pignola…
Avrebbe avuto ragione lei solo se avesse presentato al bambino i tre movimenti staccati (metodo FOL) e poi uniti… Ma sembra che non l’abbia fatto. Io boccio l’insegnante, manca di creatività…
…lana caprina! E aver riportato il fatto come problema ancora più caprino!
Un bambino mancino magari fará la terza linea “al contrario”, cioé da destra verso sinistra. Non é un fatto di personalitá, semplicemente puó essergli piú comodo. Io sono mancina e la A la faccio cosí. Scateneró un’altra polemica nazionale?
Sono insegnante e faccio la A come il bambino!!
Credo che per la lettera un metodo valga l’altro mentre
riguardo al 5×3 credo sia senz’altro 5+5+5 e cioè il 5 ripetuto per 3 volte, 3+3+3+3+3 = 3×5 e cioè 3 ripetuto 5 volte.
Erikson signori. Merita.