‘Sbagliando s’impara’, tutti lo sanno e tutti se lo sono ripetuto almeno una volta dopo un madornale errore. Eppure, quando si tratta di scuola e apprendimento, sbagliare è una tappa dell’imparare per pochi insegnanti.
Spesso infatti la valutazione dei ragazzi si basa su voti assegnati a prove e compiti, ma non tiene conto del percorso che esiste tra una prova e l’altra o tra l’inizio e la fine di un anno scolastico. Ricercando la perfezione, si annullano tutte le possibilità di rendere uno studente un buono studente. Ossia un alunno che sperimenta, che si lancia, provando una strada nuova o un approccio diverso, un alunno che esplora la propria creatività e utilizza tutte le proprie risorse, che non ha paura di sbagliare, anzi, che ricerca l’errore proprio perché strumento di apprendimento.
Nell’apprendimento delle lingue straniere per esempio, l’errore è tutto. Fare un errore in una lingua, capirlo e contestualizzarlo in base all’uso, assicura grandi probabilità che quell’errore non venga più ripetuto, che venga interiorizzata la parola o la struttura grammaticale giusta e che venga usata nel contesto più opportuno. Sempre nel contesto linguistico e specialmente nella produzione orale, anche riconoscere l’errore e correggersi mentre si parla è già indice di una progressione nell’apprendimento, di una maturazione di consapevolezza fondamentale per evitare di ripetere quell’errore sistematicamente.
L’esempio dell’uso dell’errore nell’apprendimento delle lingue straniere può essere esteso ad ogni area dell’insegnamento, ma l’atteggiamento corretto deve partire proprio dagli insegnanti, che devono dare il giusto input ai ragazzi. Se non sono i docenti a trasmettere agli alunni l’idea che l’errore va accolto, perché elemento fondamentale nel percorso di apprendimento, e non respinto, come sinonimo di incapacità o incompetenza, gli studenti vedranno sempre gli sbagli come qualcosa da evitare, con il rischio di tarpare loro le ali e di impedirgli di osare, di tentare e di conseguenza, di imparare.
Assolutamente d’accordo, sgridare e punire non serve a molto…chi viene sgridato e punito senza essere stato guidato in un percorso di elaborazione affinerà semplicemente lo svicolare dalla punizione, con bugie e comportamenti di copertura.
Vo Prego non fate usare ai vostri figli penne cancelline e/o matite neanche in prima elementare. dategli la possibilità di sbagliare e riconoscerlo, per andare avanti