A 5 anni dalla scomparsa della piccola Cloe Grano, la bimba cosentina di 4 mesi morta all’ospedale Santobono di Napoli per una patologia dll’intestino, è arrivata la notizia che uno dei medici dell’ospedale di Cosenza è stato prosciolto dall’accusa si aver segnalato sulla cartella clinica un’ecografia che non è mai stata effettuata.
Il papà di Cloe, Dino, ha dichiarato che la bambina fu portata 4 volte in due giorni al pronto soccorso di Cosenza perché vomitava e aveva la pancia gonfia, “ma nessuno sapeva dirci cosa avesse. Avevano dato per scontato che avesse un virus intestinale in atto, ma io sapevo che qualcosa in lei non andava“. L’uomo ha quindi chiesto che Cloe fosse portata in un altro ospedale: “Mi sono arrabbiato, ho anche cominciato ad alzare la voce con i dottori, è persino arrivata la polizia“.
La piccola è stata quindi trasportata al Santobono di Napoli, dove “hanno subito capito che aveva una invaginazione, una condizione patologica che si verifica quando l’intestino si aggroviglia. Mi hanno detto che questa è una malattia frequente nei neonati, soprattutto dai 4 mesi all’anno di vita, e che è anche molto facile da diagnosticare. A Napoli hanno capito subito cosa avesse, solo con la palpazione delle mani. Ma l’intestino di mia figlia è andato in necrosi e da lì in setticemia, il che ha provocato la morte cerebrale di Cloe. Ora altri bambini sono vivi grazie a lei, perché abbiamo deciso di donarne gli organi“.
Da quel giorno i genitori della neonata si sono sempre battuti affinché venga fatta chiarezza su quanto accaduto. In particolare su un’ecografia all’addome che appare nella cartella clinica ma che non è mai stata fatta. E oggi, come detto, il medico che era stato accusato di aver scritto il falso è stato prosciolto. Il giudice allo stesso tempo ha chiesto al pm di esaminare la posizione di un altro medico che, da quanto emerso, effettuò l’ecografia.
I legali della famiglia Grano dichiarano che il dottore in questione “sentito in sede di indagini del procedimento principale, aveva sempre negato di aver effettuato l’esame strumentale sulla piccola Cloe, ma, stando alla sentenza, viene clamorosamente smentito sia dalla collega imputata in questo processo, sia da due infermiere che sono state sentite dinanzi al giudice“. In particolare sembra che l’ecografia non fosse nitida, perciò la piccola fu sottoposta ad una Tac. In seguito “avendo il radiologo scorto qualcosa che avrebbe astrattamente richiesto un possibile intervento chirurgico, invitava il collega a non annotare/refertare nulla, perché la piccola versava in condizioni cliniche estremamente critiche e pertanto nessuno voleva assumersi la responsabilità di intervenire su di lei”.
Sembra quindi che l’ecografia sia stata fatta ma che nessuno, data la gravità del caso, abbia voluto operare la piccola. Gli avvocati affermano: “È arrivata finalmente una decisione che, ci si auspica, costituirà il primo passo per arrivare alla verità sulla morte della piccola Cloe. Si sono acquisiti elementi fondamentali, di una gravità inaudita, che restituiscono non solo un quadro di malasanità, che apre a nuovi scenari ed a nuove condotte che impongono senz’altro rigorosi approfondimenti in ogni sede. È per questo che Dino Grano, che da anni sta combattendo la sua battaglia perché sia data giustizia a sua figlia, ha formalizzato esposti, anche in sede ministeriale, affinché siano chiarite definitivamente le responsabilità che hanno portato alla sua morte“.
Dino Grano, intanto, ha scritto su Facebook: “Ho solo una ragione, quella di farvi andare in galera“.