“La pantera di Goro” ci ha lasciati. La cantante Milva si è spenta ad 81 anni, assistita dalla sua segretaria Edith e dalla figlia Martina Corgnati.
Il suo addio alle scene lo aveva dato sui social nel 2010, quando aveva scritto: “Dopo cinquantadue anni di ininterrotta attività, migliaia di concerti e spettacoli teatrali sui palcoscenici di una buona metà del pianeta, dopo un centinaio di album incisi in almeno sette lingue diverse, ho deciso di mettere un punto fermo alla mia carriera che credo grande e unica, non solo come cantante ma come attrice ed esecutrice musicale e teatrale. Ho deciso di abbandonare definitivamente le scene e fare un passo indietro“.
Nella sua lunga carriera Milva ha saputo reinventarsi più volte, passando dalla musica, al cinema e al teatro. Il suo debutto fu a Sanremo nel 1961, dove arrivò terza con “Il mare nel cassetto”. Dopo una esperienza al cinema (il film era “La bellezza di Ippolita”) sposò il regista televisivo Maurizio Corgnati, di parecchi anni più anziano di lei, da cui ebbe la figlia Martina e al quale fu sempre legata, nonostante il divorzio e le successive unioni con altri uomini.
Nel 1965 interpretò al Piccolo di Milano i Canti della Libertà, per la regia Giorgio Strehler, con cui iniziò una collaborazione lunga trent’anni incentrata sulla figura di Bertolt Brecht. Grazie anche alla conoscenza delle lingue, Milva venne acclamata in tutto il mondo, dalla Germani alla Francia. Musicalmente impegnata e grinta da vendere la resero un’icona, così come la sua chioma rossa.
Negli anni ottanta collaborò con Peter Brook, Astor Piazzolla, Franco Battiato, senza dimenticare l’amore per il teatro. Nel 2018 il Festival di Sanremo, a cui aveva partecipato per quindici volte, le tributò il Premio alla Carriera. Fu sua figlia Martina a ritirarlo, leggendo il messaggio: “La musica spazza via la polvere dalla vita e dall’anima degli uomini. Ma perché questo accada bisogna studiare e attingere dal passato“.