La malauniversità ha vita difficile con le due libere associazioni nate da otto e sei mesi; stiamo parlando di “Trasparenza e merito” e “Osservatorio indipendente”.
“Non vogliamo lasciare sole persone che dall’università sono state ingiustamente fermate, allontanate“. Con queste parole mostrano ciò che le spinge a portare alla luce gli episodi più degradanti e ad affiancare le vittime di abusi o inadempienze in ricorsi ai tribunali amministrativi, in alcuni casi anche a firmare esposti penali con gli avvocati interni.
In questo inizio di 2018 le due associazioni già contano 316 affiliati (207 e 109, precisamente) e 86 denunce. Praticamente per ogni associazione una media di cinque denunce al mese. Queste riguardano soprattutto concorsi pilotati, ma anche posti da professore associato, assegni di ricerca come anche abilitazioni scientifiche.
In particolare, l’Osservatorio indipendente sta attuando un metodo per trattare i bandi “profilati”, cioè concorsi scritti ad hoc per un candidato voluto dall’ateneo. Se gli associati dell’associazione dovessero avvisare una situazione di questo tipo, scrivono una lettera e la inviano con posta certificata al rettore dell’università, al direttore del dipartimento e al presidente della società della disciplina coinvolta nel fatto. Per cui l’Osservatorio segnala agli “illustrissimi professori”: il bando “emanato dal Suo Ateneo” potrebbe contenere “elementi di irregolarità”.
E c’è da dire che tra gli iscritti dell’Osservatorio indipendente troviamo anche il rettore dell’Università di Ferrara, Giorgio Zauli, e professori delle accademie di Bristol e Gent, Maastricht e Dublino, del Quebec e dell’Oregon.
Tra le segnalazioni riportate dall’associazione possiamo già riportarne alcune. All’Università di Bologna per un bando in Storia della Filosofia antica, due volte all’Università di Bergamo, Letteratura italiana e Letteratura francese, per Storia medievale a Perugia, per un concorso da ricercatore di tipo A alla Sapienza di Roma, Progettazione architettonica. Storia dell’arte a Roma Tre. Poi Firenze, Filologia classica e tardoantica, un assegno al Dipartimento di Biotecnologie di Siena e un posto da ricercatore per Diritto romano a Salerno.
L’oggetto della mail riporta la seguente dicitura: “Segnalazione di bando profilato”.
A Torino è spuntato il caso di quaranta assegni di ricerca (su ottantatré controllati) degni di segnalazione perché “costruiti sull’identikit di giovani cloni dei docenti, magari molto diligenti, ma con competenze scientifiche limitate”. A “Repubblica” però l’ateneo ha risposto che si tratta solo di “ricerca di figure a elevata specificità e specializzazione” e non invece di uno scandalo.
L’Osservatorio ha inoltre inviato a tutti i magnifici rettori italiani una stessa mail che dice che, come accada in tutta la Pubblica amministrazione, “la pubblicazione della valutazione dei titoli nelle procedure comparative deve avvenire prima della prova orale” con lo scopo di “prevenire rischi di manipolazione dei punteggi e di favoritismi, agevolare l’imparzialità della valutazione, anticipare ricorsi e contestazioni”. E solo l’Università di Bologna ha deciso di dare risposta a tale mail con le seguenti parole: “Grazie, siamo già attenti”.
La nuova mail pronta per i rettori, firmata da uno dei fondatori dell’Osservatorio, Marco Federici, osserva: “In questi sei mesi non è mai accaduto che un ateneo abbia fermato un concorso da noi considerato su misura, ma continueremo a utilizzare questa forma di pressione. Se un rettore non ne tiene conto dovrà risponderne, successivamente, di fronte a un possibile esposto”.
L’altra associazione, “Trasparenza e merito” (L’università che vogliamo) conta 207 iscritti e 1087 sostenitori. Oltre a dieci casi già denunciati, questa segnala 27 nuovi casi, tra cui quelli che chiamano in causa la Statale e la Bicocca di Milano, Cagliari, Messina.
Stiamo parlando di casi ben particolari, si direbbe da letteratura oltre che da giurisprudenza. Parliamo ad esempio del caso del rettore di Tor Vergata, Giuseppe Novelli per le intercettazioni fatte dall’avvocato Giuliano Gruner e dal chirurgo Pierpaolo Sileri. O parliamo anche dell’Università di Catania, a cui si imputa la mancata assegnazione di un posto da ricercatore a Giambattista Scirè. Lo stesso Scirè è ad oggi il portavoce di “Trasparenza e merito” e non ha paura di dire: “Le segnalazioni preventive rimbalzano sui muri di gomma dei rettorati italiani. L’unico modo per ottenere giustizia e provare a cambiare l’abito culturale dei nostri atenei è quello di far emergere pubblicamente i singoli casi e rivolgersi alle magistrature“.
Si ha sempre bisogno di persone che abbiano il coraggio di perseguire la giustizia.