L’iniziativa denominata “Scuola Sicura” e voluta dal governo Giallo-Verde inizia a raccogliere i propri frutti. Questa infatti sta focalizzando la propria attenzione sulla presenza e sul consumo di sostanze stupefacenti all’interno degli istituti scolastici, soprattutto nelle scuole di secondo grado.
Più frequenti infatti sarebbero le sanzioni nei confronti dei ragazzi. Il più recente fatto di cronaca riguarda un ragazzo di 15 anni frequentante la prima media ad Avellino che è stato arrestato su disposizione della Procura del tribunale dei minorenni di Napoli e “ristretto” in una struttura detentiva del capoluogo campano.
L’aiuto del cane antidroga “Zidane” è stato fondamentale per arrestare il ragazzo. I carabinieri infatti hanno fatto irruzione nell’istituto dopo l’entrata in classe dei ragazzi. Nello zaino del 15enne sono stati rinvenuti pochi grammi di marijuana.
Con un’ operazione simile è stato arrestato uno studente di 19 anni che è stato trovato in possesso di un grosso quantitativo di sostanze stupefacenti
Anche ad altri ragazzi non è toccata sorte migliore: in due istituti scolastici di Catania i Carabinieri hanno sorpreso diversi studenti a fumare spinelli. Ai giovani è stato contestato l’articolo di legge che sanziona l’uso personale di sostanze stupefacenti che prevede, tra l’altro, la sospensione della patente e l’obbligo di frequentare corsi di recupero terapeutico.
Sempre a Catania 13 studenti sono stati identificati dagli agenti. Nove di questi sono stati sanzionati perché fumavano sigarette in cortile, infrangendo il divieto di fumo in luoghi pubblici. I ragazzi verranno sospesi tra i 3 ed i 5 giorni con l’obbligo di frequenza e si occuperanno di lavori socialmente utili all’interno dell’istituto.
L’Unione Studenti Sicilia però ha rilasciato una dichiarazione al riguardo: “È assurdo che venga utilizzata la polizia per il controllo degli studenti e l’esclusione come se fossero degli strumenti educativi, come se potessero essere utili a dare ‘sicurezza’ agli studenti. Non si può privare la scuola del suo ruolo educativo e intrinsecamente pedagogico che poco ha a che vedere con bigottismo, censure e repressione: è impensabile che ‘educare’ gli studenti significhi espellerli dalle scuole”