L’utilizzo dello smartphone da parte dei ragazzi si sta facendo, giorno dopo giorno, sempre più intensivo. È facile infatti incappare in ragazzi che stanno con i volti incollati al proprio dispositivo e non guardano nemmeno dove vanno, rischiando addirittura di urtare contro altre persone.
Questo tipo di dipendenza sta toccando nuove vette. Una vicenda particolarmente preoccupante è accaduta a Venezia. Doveva essere una gita scolastica piacevole invece, per poco, si è sfiorata una tragedia.
L’11 aprile in albergo i ragazzi della classe, come spesso capita, stavano esagerando con gli schiamazzi. I docenti dunque hanno dovuto prendere dei provvedimenti per riportare l’ordine. Hanno quindi deciso di rimproverarli e sequestrare alcuni smartphone.
Questa scelta non è piaciuta particolarmente ad una studentessa dodicenne. Prima le proteste, poi il folle gesto: si è chiusa in bagno e si è gettata dal balcone. Fortunatamente l’intervento è stato celere e gli operatori dell’ambulanza sono stati in grado di portarla repentinamente al pronto soccorso. La ragazza ha riportato diverse fratture ma, fortunatamente, è sana e salva.
Un gesto estremo e insensato che però risulta davvero poco chiaro. Su questo tema, in una differente occasione, si è espresso anche il Santo Padre. Ha infatti dichiarato: «Non abbiate paura del silenzio, di stare da soli, di scrivere un vostro diario. Non abbiate paura dei disagi e delle aridità che il silenzio può comportare. Voi sicuramente avete sentito parlare del dramma delle dipendenze, della dipendenza delle droghe, dipendenza del chiasso, ma la dipendenza del telefonino è molto sottile».
Sulla dipendenza si è espresso in questi termini: «Il telefonino è un grande progresso, un grande aiuto e va usato ed è bello che tutti lo usino ma quando tu diventi schiavo del telefonino perdi la tua libertà. È bello comunicare me c’è il pericolo che questa droga, perché il telefonino è droga, riduca la comunicazione in semplici contatti. E la vita è comunicare, non semplici contatti»