Tiziano Crocco di Uila, dopo l’incontro dei sindacati con i rappresentanti della proprietà della Pernigotti, ha dato un triste annuncio: “Chiude lo stabilimento produttivo della Pernigotti di Novi Ligure. Ciò significa 100 lavoratori a casa e altrettante famiglie in difficoltà”.
La nota azienda dolciaria era passata nel 2013 al gruppo turco Toksöz. La Pernigotti era stata fondata nel 1860 e ha prodotto gianduiotti, torroni, uova di Pasqua e preparati per gelati per oltre un secolo e mezzo. Un pezzo della storia d’Italia che ora deve fare i conti con una crisi infinita.
Dopo aver trasferito in Turchia alcune produzioni, sembra che ora si debba smantellare la parte produttiva, conservando però il marchio. Parti sociali e lavoratori, naturalmente, si batteranno per conservare i posti di lavoro, incontrando vertici aziendali, sindacati e altri reparti competenti. Già oggi 7 novembre, alle 11, è fissato il primo colloquio in municipio con il sindaco Rocchino Muliere.
Dice Crocco: “Dalle 13 assemblea con i lavoratori per decidere la mobilitazione. Sarà un’iniziativa forte per rimarcare il duro colpo che subiranno la città e l’economia della provincia”. Marco Malpassi, segretario della Flai-Cgil di Alessandria, spiega: “Appena arrivata, la nuova proprietà aveva promesso il rilancio e aveva parlato di affiancare nuove produzioni ai dolci per le ricorrenze. Invece la Pernigotti ha sempre chiuso in perdita, con un continuo avvicendamento di amministratori delegati e di piani industriali“.
Dopo aver perso 13 milioni negli ultimi cinque anni, i rappresentanti dei lavoratori si aspettavano un piano di rilancio. Toksöz invece ha abbandonato l’Italia ed ora il sindacato è pronto a combattere: “Vogliono licenziare e chiedere la cassa integrazione per cessazione di attività appena reintrodotta tramite il decreto Genova. Noi chiediamo che si utilizzi la “cig” per crisi, in modo da avere più tempo per trovare soggetti potenzialmente interessati a rilevare l’impresa“, conclude Malpassi.