Alcuni insegnanti romani hanno giustificato lo sciopero in una nota inviata alla stampa.
“Il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, sta per cancellare di fatto ogni possibile sopravvivenza di una scuola autenticamente formativa” scrivono.
“La preparazione culturale e disciplinare dei docenti sarà immiserita radicalmente e ridotta a chiacchiere socio-psico-pedagogiche; l’insegnante finirà per essere un passacarte sottopagato e soggetto alla burocrazia ministeriale; la libertà di insegnamento, garantita dalla Costituzione, scomparirà, e con essa svanirà il vero diritto allo studio” proseguono.
“Il tutto nel sostanziale silenzio del mondo politico e dell’informazione, e quindi approfittando della disattenzione dell’opinione pubblica. Quello che sta facendo il ministro è un vero e proprio rinnovo di contratto senza interloquire con i sindacati” aggiungono.
“Non è il ministro che ci deve obbligare alla formazione, perché l’abbiamo sempre fatta. Il problema è che in Italia si taglia sempre di più nella scuola perché non si vogliono formare ‘menti pensanti” concludono.