Spesso nella scuola italiana il dibattito sulla disciplina è al centro di numerose polemiche. I sostenitori della disciplina rigida sostengono che dare regole rigide e soprattutto assicurarsi che vengano rispettate è necessario per permettere ai ragazzi di imparare a rispettare queste regole e ad essere dei migliori studenti, mentre i detrattori ritengono che sia meglio percorrere una strada più moderata, cercando di trovare sempre dei punti di incontro e che l’eccessiva rigidità produca l’effetto opposto, incentivando ulteriormente lo spirito ribelle dei ragazzi.
Mentre si discute ancora di questo tema, ecco una storia proveniente dalla Svezia.
Truls Kastler è un ex militare, che ha scelto di cambiare carriera, diventando dirigente scolastico di una scuola. Quello che ha visto quando si è insediato è stato sconfortante.
“La media voto degli studenti era davvero bassa, e il bullismo era all’ordine del giorno, per non parlare degli atti di vandalismo. La scuola era stata lasciata al suo destino dalla precedente gestione e gli studenti non avevano il minimo rispetto delle regole. Era l’esatto opposto dell’ambiente militare da dove provenivo. Dovevo prendere in mano la situazione velocemente.”
Il nuovo preside non si è scoraggiato e ha usato le sue conoscenze, ovvero ha applicato alla sua scuola la disciplina militare.
I risultati sono stati incredibili.
“Ho introdotto delle regole molto rigide, spiegando agli studenti che tutto quello era per il loro bene. Per me era molto importante che loro lo capissero, non volevo passare per un dittatore.
Gli studenti si riuniscono nel cortile della scuola ogni lunedì mattina, indipendentemente dalle condizioni climatiche, e assieme agli insegnanti facciamo il punto della situazione, aggiornandoli sui vari percorsi didattici. Gli studenti meritevoli sono sempre elogiati pubblicamente mentre quelli che si sono comportati male sono rimproverati aspramente. Sono un uomo severo, ma giusto, ho sempre riconosciuto il merito a chi lo meritava.”
La disciplina ha coinvolto anche il look dei ragazzi.
“Ho proibito i cappellini a scuola, il cellulare deve essere sempre spento, a meno di non usarlo per gli scopi didattici, ho perfezionato i programmi scolastici e ho migliorato la mensa.
Ben presto il frutto di questo lavoro è arrivato. Stando ai dati in mio possesso i voti positivi sono aumentati del 20% e il 95% dei miei alunni si è diplomato negli ultimi 4 anni.”
Il preside conclude il suo intervento.
“Non sono un maniaco della disciplina, ma gli studenti avevano bisogno di regole ferree e di capire che ogni azione ha una conseguenza. Sono riuscito a fargli capire che queste regole erano necessarie per il loro bene, in questo modo ho avuto la loro collaborazione e tutto è stato molto più facile. Credo che ai ragazzi piaccia avere delle regole e dei limiti, il caos e l’anarchia non hanno mai portato nulla di buono nel corso della storia.”
A torto o a ragione, la disciplina ferrea ha prodotto notevoli risultati.
Mi stupisco che un sito come il vostro pubblichi un’articolo del genere!!! È davvero aberrante ciò che fa questa persona a livello educativo!!!
Concordo in pieno con tutto quello che quel dirigente scolastico sta facendo nella sua scuola, e da quanto viene riferito , i risultati ci sono. Come Fossi genitore sarei molto lieto di avere un dirigente del genere nella scuola di mio figlio. La scuola italiana sta attraversando un periodo di deriva disciplinare gravissima ed è sotto gli occhi di tutti ; attuare politiche di puro incontro non porta a risultati ne’nel breve termine ne’ nel lungo termine. Aggiungo però un’altra cosa: in Svezia il dirigente scolastico si sceglie e assume i docenti, questo purtroppo in Italia non è possibile ed ecco perché nelle scuole abbondano i docenti scarsi e mediocri i quali sono ovviamente incapaci ad una azione educativa e poco o per nulla interessati al bene educativo degli studenti E chi dice che non è così non conosce l’ambiente scolastico italiano
Inutile tanta disciplina a scuola e poi anarchia a casa.
Ricordiamoci infatti che quello che viene raccontato avviene in nord Europa, dove i genitori non sono italiani.
Comunque nell’articolo non viene specificato di che scuola stiamo parlando, è ben differente se si tratta di una primaria o di un liceo. Nel primo caso vedo il lavoro dell’insegnante ‘militare’ più semplice.
non ho letto niente di aberrante….è aberrante invece ciò che fanno i genitori….completa mancanza di regole e i risultati si vedono a scuola!
In una società lassista e senza riferimenti solidi i ragazzi facilmente si perdono, inoltre la molto genitori sono iper protettivo verso i figli, al punto che attaccano gli insegnanti rendendogli difficile il lavoro!
Ben vengano esempi cine questo; specialmente se potrano risultati!
Evidentemente nella scuola svedese non è prassi come in quella italiana denunciare dirigente ed insegnanti perché il pargolo è stato sgridato davanti a tutti, non è prassi neppure rompere le costole al prof. di scienze motorie, da parte di palestrati genitori, per il medesimo motivo (notizia di oggi), e non è prassi che la magistratura dia aprioristicamente sempre ragione ai pargoli ed alle loro guardie del corpo o genitori che dir si voglia. Se la scuola, come la famiglia e come lo stato, fanno sempre più schifo, la colpa è degli italiani non viceversa. Gli svedesi non hanno una scuola migliore della nostra, famiglie meno frustrate, ed uno stato più efficiente e corretto nel distribuire la ricchezza prodotta del nostro: hanno esattamente quello che hanno desiderato e costruito nel tempo, proprio come noi. Semplicemente i loro desideri si sono rivelati meno stronzi dei nostri e non solo nelle scelte del mister e dei giocatori di calcio.
x Liliana: aberrante è l’apostrofo a “un’articolo”.