Luca Zaia, governatore del Veneto, afferma che proseguirà con la didattica in presenza per le superiori al 50%.
“Pur avendo il Veneto una situazione di assoluta tranquillità pensiamo di essere comunque prudenti, faremo altre tre settimane al 50% fino alla scadenza del decreto del Governo” afferma.
“Per il nuovo Governo serve un cambio passo sul timing delle scelte, ma anche sul fatto che serve una voce unica. Un minimo di regia ci vuole. A questo punto abbiamo interlocutori scientifici che sembrano più attendibili delle ricadute delle scelte governative, così non può funzionare” continua.
“Mi rendo conto che il Governo è in carica da poche ore, però è pur vero che a corollario di questo “pasticcio” ci sono dichiarazioni-fiume di membri del Cts e di consulenti del ministro. Vedo un dibattito del mondo scientifico tra “aperturisti”e “chiusuristi”, di mezzo ci siamo noi cittadini, che siamo stati educati al fatto che un medico è un medico. E le dichiarazioni più avventurose le fa chi non ha l’obbligo di firmare un documento” aggiunge.
“Sulle proposte di lockdown non possiamo assistere a dibattiti a latere su questioni che hanno valore giuridico. Se la questione è la variante inglese dico che ce qui in Veneto ce l’avevamo già a Natale. Io non sono catastrofista né “aperturista”, ma mi sono chiesto: se tu sei scienziato e dici che serve un lockdown cosa rischi? Se uno non lo fa e le cose vanno bene, nessuno se ne ricorda. Se uno lo fa, e tutto va bene, puoi sempre dire “lo avevo detto”. Se non lo si fa, e tutto va a rotoli, puoi dire che lo avevi detto. Se non hai responsabilità giuridica sulle scelte, avremo o no il diritto di sapere quali sono basi scientifiche?” conclude.