Secondo i dati dell’Istat, le certificazioni relative ai bambini con disabilità e disturbi dell’apprendimento come dislessia e discalculia sono aumentate in modo spaventoso negli ultimi 10 anni: dalle 167 mila del 2004, alle 235 mila del 2014, nonostante la diminuzione del numero degli alunni iscritti a scuola. Un dato allarmante, che si porta dietro costi esagerati per il sistema scolastico e per i comuni italiani.
Ancora più allarmante è l’analisi di questi dati, perché sempre secondo l’Istat la dislessia colpisce un numero compreso tra 1,5 e 3% dei bambini, anche se i dati forniti dal sistema scolastico sono fino a 5 volte superiori, più o meno il 10% degli iscritti a scuola.
Stime mediche inattendibili, sostengono gli esperti. Non è possibile che 1 bambino ogni 10 soffra di questi disturbi. Tre diagnosi di dislessia su quattro sono sbagliate.
Conferma del probabile errore diagnostico arriva anche da uno dei più illustri pedagogisti italiani, Daniele Novara. Il fondatore del Centro Psicopedagogico per l’educazione e la gestione dei conflitti (CPP) ha dichiarato all’ANSA che disturbi come per esempio la dislessia “sono deficit neurofisiologici che al massimo arrivano a colpire l’1-5% dei bambini, mentre i dati scolastici italiani sono 4-5 volte superiori alle previsioni mediche e in aumento. Si può arrivare ad un 10% di dislessici, ovvero 2 bambini su 20.”
Insomma, da una parte l’allarme è rientrato, ma dall’altra c’è qualche problema.