L’11 gennaio 1999, 25 anni fa, si spegneva Fabrizio De André, una figura di rilievo nella storia della musica italiana. Le sue composizioni rappresentano autentiche testimonianze della nostra tradizione musicale, alcune delle quali sono entrate a far parte dei programmi scolastici, contribuendo così alla valorizzazione di un patrimonio letterario di notevole importanza.
De André, frequentemente definito poeta, ha visto diverse delle sue canzoni inserite nei programmi scolastici, come “La guerra di Piero”, “La canzone di Marinella” e “Città vecchia”. Queste opere non solo dimostrano il suo talento nel combinare musica e poesia, ma anche il suo impegno nel narrare storie di marginalità, povertà e realismo. Le canzoni, alcune delle quali basate su poesie di Umberto Saba, testimoniano la capacità di De André di dare voce agli emarginati e di esplorare temi socialmente rilevanti.
L’inserimento delle canzoni d’autore nel curriculum scolastico non solo arricchisce l’esperienza educativa degli studenti, ma offre anche una nuova prospettiva sulla letteratura e sull’arte, promuovendo una maggiore comprensione e apprezzamento della canzone come forma d’espressione autonoma e significativa.
Le discussioni riguardanti l’inclusione delle canzoni d’autore nel curriculum scolastico sono state vivaci e diversificate, con opinioni che variano dalla loro considerazione come mezzi educativi alla loro totale esclusione, vista da alcuni come mero intrattenimento. In questo contesto emergono figure come Fabrizio De André, Lucio Dalla, Giorgio Gaber e Franco Battiato, artisti che hanno saputo amalgamare con maestria musica e letteratura, dando vita a un dialogo tra canzone e poesia.
Molti insegnanti hanno spontaneamente integrato le canzoni di questi artisti nei loro programmi, utilizzandole come strumenti per analizzare testi, esplorare temi sociali, letterari e politici, e stimolare la riflessione negli studenti. Questo approccio è supportato dalla vittoria del Premio Nobel per la letteratura da parte di Bob Dylan, che ha sancito il valore letterario delle canzoni.
Sebbene i testi dei cantautori condividano elementi con la poesia, come l’uso di figure retoriche e significati nascosti, è essenziale riconoscere la dignità e lo spessore letterario unico delle canzoni. Poeti e cantautori utilizzano gli stessi strumenti, ma creano opere diverse; il cantautore deve bilanciare testi, musica e interpretazione, un processo complesso e sfaccettato.
Ad esempio, a Milano nel 2021 è nato il progetto “Cantautori a scuola“, frutto della collaborazione tra la Fondazione Gaber e Officine Buone, con il contributo della Fondazione di Comunità Milano. Attraverso le canzoni, questo progetto divulgativo mira a affrontare tematiche sociali, di educazione civica e di evoluzione della lingua italiana, al fine di valorizzare il patrimonio culturale del cantautorato e trasmetterlo alle nuove generazioni.
È fondamentale che gli studenti studino brani come “Via del Campo”, “Generale” e “Milady”, ma è altrettanto essenziale insegnare loro a riconoscere e apprezzare le canzoni come opere culturali che stimolano la riflessione e la denuncia sociale. La musica d’autore deve essere distinta dal resto della produzione musicale, al fine di evitare sovrapposizioni concettuali e consentire agli studenti di comprendere appieno la natura della canzone come forma d’arte.