Lo spiega il Dott. Federico Tonioni, direttore del primo centro pediatrico italiano che si occupa di dipendenza da internet, sito presso il Policlinico Gemelli di Roma: “Davanti allo schermo i bambini perdono il rispecchiamento emotivo, che significa guardarsi negli occhi e pensare alla stessa cosa, essenziale per crescere”
L’Ambulatorio Internet Addiction Disorders del Policlinico Gemelli è un un centro d’eccellenza e d’avanguardia a livello europeo e mondiale. Qui vengono accolte quelle persone, anche giovanissime, che si sono perse nei meandri delle nuove realtà digitali e che, per riprendersi indietro la propria vita, hanno bisogno di una mappa che li aiuti a capire dove siano arrivati e che li riporti indietro a casa.
Il Dott. Tonioli fa proprio questo: è la loro mappa. Il medico si occupa infatti del recupero di adolescenti, dai 13 anni in su, fino alla prima maturità.
Le nuove dipendenze, conosciute sotto l’acronimo di IAD (Internet Addiction Disorders) sono quelle legate all’uso compulsivo e dissociativo dei mondi virtualizzati, del gioco online e della pornografia in rete.
Durante un’intervista, il Dott. Tonioni ha parlato delle conseguenze nefaste che la dipendenza dai dispositivi tecnologici può causare nei bambini.
I bambini vengono trattenuti di più da schermi interattivi e quello che si perdono sai che cos’è? Sono due cose. Uno: il rispecchiamento emotivo che significa guardarsi negli occhi e pensare alla stessa cosa e serve per crescere. Due: un’assenza fisica intorno a loro.
Internet ha cambiato il nostro modo di vivere il tempo, perché con il multitasking, nello stesso momento, io mi illudo di poter fare 30 cose e non è correlato alla produttività né ad una maggior capacità di concentrazione ma ad una maggiore possibilità di distraibilità.
Noi eravamo abituati a confrontarci con due grosse frustrazioni che sono: la capacità di attendere e la capacità di stare soli. La capacità di attendere è quella che ti permettere di desiderare e di non essere compulsivo.
Quando parli coi genitori sai qual è la frase più classica che ti dicono? “Mio figlio davanti al computer non si vede e non si sente” E lo sai che vuol dire? “Quando sta davanti al computer (e ce l’ho messo io) riesco a non pensarlo” ma i bambini hanno bisogno di essere pensati”.
Il Dott. Tonioni ha recentemente pubblicato un libro molto interessante dal titolo “Psicopatologia web-mediata.Dipendenza da internet e nuovi fenomeni dissociativi”.
Nel libro, il medico esplora il concetto di psicopatologia web-mediata che viene distinto dalla più comune dipendenza da internet, intesa come dipendenza patologica comportamentale.
Nel testo vengono approfondite dinamiche disfunzionali più complesse che coinvolgono i giovanissimi nativi digitali completamente succubi delle trasformazioni socioculturali che il nuovo mondo digitale ha generato nel modo di concepire il tempo e lo spazio: in Giappone si parla di “hikikomori” per riferirsi al fenomeno che vede emergere gravi condotte di ritiro sociale negli adolescenti.
La psicopatologia web-mediata coinvolge diverse aree cognitive, (percezione, l’attenzione, la memoria, il pensiero e l’istintualità) e crea nuovi profili cognitivi, generati da un diverso modo di apprendere, comunicare e pensare.
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