Il Cuscino a Forma di Panda Pensato per Suscitare Attaccamento Emozionale nei Bambini Autistici

Grande realizzazione quella attuata all’interno del progetto “+me: motivating children with Autism Spectrum Disorders to interact socially through the use of Transitional Wearable Companions” che ha fatto nascere l’innovativo cuscino a forma di panda che presenta grandi occhi e 4 zampe. Si chiama +me (PlusMe) ed è pensato appositamente per aiutare i bambini con autismo.

Il particolare cuscino, sviluppato presso l’Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizion, ha visto collaborare sia i terapisti del centro di riabilitazione INI, sia i ricercatori dell’Istituto di Neuropsichiatria Infantile dell’Università di Roma “La Sapienza”.

Il cuscino è fatto appositamente per essere indossato attorno al collo. La sua particolare consistenza e forma sono state concepite per instaurare un legame con il bambino, generando un attaccamento emozionale dovuto sia al contatto fisico sia per il confort che offre. Il piccolo panda, se accarezzato, produce luci colorate e brevi suoni nel punto in cui viene toccato. Per i bambini con autismo questi vengono recepiti come gesti gratificanti ed in grado di attirare la loro attenzione.

plusme

Ma PlusMe è pieno di risorse, infatti tramite tablet si possono controllare le varie combinazioni di luci e suoni. Ma non è tutto: con l’applicazione è possibile rimuovere anche le luci ed i suoni che sono percepiti come meno graditi dal bambino.

Il team di sviluppo spiega: “Il terapista può creare, attraverso +me e la sua app di controllo, numerose attività, adattando le risposte di +me al tipo di bambino oggetto della terapia. Questa è l’idea chiave alla base del progetto: il controllo di +me è condiviso tra bambino e terapista: il primo attiva le risposte di +me, attraverso tocchi e carezze sulle zampe, il secondo le media attraverso il tablet di controllo. Se il bambino vuole ottenere un schema di luci e suoni particolarmente gradito, deve interagire col terapista. Questo modello comportamentale potenzialmente può favorire, supportare, rinforzare lo sviluppo di abilità sociali di base, come il contatto occhi-viso (“eye-contact”), le richieste di scambio interpersonale (“social referencing”), l’attenzione condivisa (“joint-attention”)

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