La sua storia sembra davvero tratta da un romanzo. Una storia di malattia, ma anche un’incredibile storia di forza e determinazione.
Victoria, una bambina piena di vita e che adorava lo sport, a 11 ha cominciato ad avvertire dei sintomi simili a quelli dell’influenza.
È svenuta diverse volte e, un paio di settimane dopo, si è ritrovata paralizzata fino alla vita. Il suo corpo si è spento un giorno dopo l’altro, fino a anon riuscire più a parlare, mangiare e muoversi. Quella bambina piena di vita era ormai in uno stato vegetativo. I medici erano davvero preoccupati, ed anzi pensavano che le possibilità di ripresa fossero ormai quasi nulle.
I genitori non hanno ceduto alla disperazione, non hanno voluto ascoltare i medici che la credevano senza speranza, ed hanno continuato a prendersi cura di lei. Dopo due anni di coma finalmente un miglioramento. Victoria si è “svegliata” dal coma, ma purtroppo il suo corpo continuava a non rispondere. La piccola non riusciva a comunicare con la sua famiglia, nonostante sentisse tutto. Ovviamente nessuno però sapeva che fosse vigile e che si sentiva imprigionata nel suo corpo.
All’ESPN Victoria ha raccontato: “Ma i miei genitori credevano in me, hanno sistemato una stanza d’ospedale nella nostra casa del New Hampshire e si sono presi cura di me e dei miei tre fratelli. Mio fratello maggiore mi parlava, mi teneva la mano e mi raccontava tutto quello che succedeva nel mondo esterno. La mia famiglia mi ha aiutata a lottare e a resistere. Non sapevano che potessi sentirli, ma io ho sentito tutto”.
Mentre lei viveva in quel difficile stato, nel frattempo i medici hanno scoperto che tutto era stato causato da mielite trasversa ed encefalomielite acuta disseminata, due diagnosi molto gravi che avevano causato un’infiammazione al cervello e alla spina dorsale. A cinque anni dall’inizio della malattia però un giorno Victoria è riuscita a stabilire un contatto visivo con la madre. E da lì poi una serie di piccoli miglioramenti l’hanno via via riportata in vita. L’unica cosa che proprio non cambiava era la sua paralisi alle gambe. I medici erano tutti concordi sul fatto che non avrebbe più camminato e che sarebbe stata sempre schiava della sedia a rotelle.
Eppure Victoria, ormai adolescente, non ha perso la speranza, e, con tutte le difficoltà del caso, è stata felice di tornare a scuola.
I genitori e l’intera famiglia continuavano ad esserle accanto fisicamente e psicologicamente, promettendole che un giorno sarebbe tornara a camminare e motivandola sempre alla vita.
Victoria adorava nuotare, ma ovviamente pensava proprio di non poterlo fare più. Eppure i suoi fratelli l’hanno incoraggiata oltre ogni limite, ed un giorno l’hanno spinta a rientrare in acqua. Le difficoltà iniziali non sono mancate, ma Victoria ha subito ritrovato il suo amore per l’acqua e si è resa conto che era ancora un’ottima nuotatrice, sentendosi di nuovo davvero libera. E così nel 2012 si è qualificata per le Paralimpiadi di Londra, dove ha vinto tre medaglie d’argento e una d’oro, e per i 100 metri stile libero, raggiungendo un nuovo record mondiale.
Quando poi la gente ha cominciato a conoscere la sua storia, Victoria è stata invitata da televisioni e giornali di tutto il mondo.
Eppure Victoria sapeva di poter fare di più, di poter anche riuscire di nuovo a camminare. E così un giorno ha conosciuto il programma del Project Walk, un centro specializzato nell’aiutare le persone paralizzate, insieme alla mamma ha attraversato il paese per trovare le migliori opportunità. Ma star lontane da casa non era facile, e così hanno avuto la grande idea di aprire il primo Project Walk della East Coas, così che Victoria stessa ma anche altre persone nella sua stessa condizione potessere ricevere l’aiuto di cui avevano bisogno.
Mentre i medici, scettici, consigliavano alla famiglia di non investire così tanto denaro per cercare di far camminare Victoria, i genitori hanno invece venduto la loro casa per potersi permettere la riabilitazione più adatta.
E così 9 anni più tardi, esattamente l’11 novembre 2015, Victoria è riuscita a muovere i suoi primi passi. I suoi coach l’hanno legata a un’imbracatura e l’hanno aiutata a muovere le gambe. Il suo allenamento era di ben sei ore al giorno, ma pian piano ha ripreso a camminare con il supporto delle stampelle. Ma dopo cinque mesi ha abbandonato anche questo piccolo aiuto.
Ha fatto tantissimi grandi sacrifici, ma la sua riabilitazione è stata un vero successo. Ed oggi dice: “Non posso dire che tutti i giorni siano perfetti. Camminare è difficile e ancora ho delle serie ricadute. Cerco di rafforzare i muscoli delle gambe, mi alleno 2-3 ore al giorno. Ci sono giorni in cui le mie gambe sembrano ancora paralizzate, ho sempre la sedia a rotelle e le stampelle accanto a me. Ma ora la mia disabilità è meno visibile. Ne è valsa la pena. Sono passati 10 anni da quando riesco a guardare le persone negli occhi anzichè nel fondoschiena.”
E in questo suo grande viaggio Victoria è diventata una donna davvero forte. E noi le auguriamo di continuare il suo viaggio verso la realizzazione di tutti i suoi sogni.