Il cyberbullismo è un fenomeno relativamente nuovo e sono molti i ragazzi ad esserne coinvolti. Gli insegnanti non ritengono che sia loro il compito di sensibilizzare o preoccuparsi del fenomeno, nonostante siano comunque consapevoli degli effetti negativi che il cyberbullismo comporta.
È vero che i ragazzi usano per molte ore smartphone e pc fuori dall’orario scolastico, ma è comunque compito dell’educatore intervenire, informare e fare prevenzione per quel che riguarda l’argomento del cyberbullismo; in questo modo viene promosso il loro benessere e conseguentemente diminuisce il malessere in classe.
La scuola è da considerarsi come una struttura in grado di curare l’aspetto della crescita, dell’educazione e della cultura. In questa i docenti hanno una duplice funzione: innanzitutto fornire aiuto ai ragazzi che si trovano in difficoltà nel web e intervenire verso coloro che utilizzano in modo inadeguato la rete; e poi sensibilizzare ed informare ragazzi e genitori sui rischi che comporta l’adozione di cattivi atteggiamenti su internet, i quali spesso provocano fastidio, umiliazione e possono fare veramente male. È bene quindi far comprendere che quelli che sembrano solo scherzi in realtà rappresentano ben altro.
Spesso i compagni sono consapevoli degli atti di cyberbullismo ma preferiscono essere omertosi per più motivi (pigrizia, divertimento, paura di ritorsioni o semplicemente si sottovalutano le conseguenze). Anche le vittime di cyberbullismo potrebbero non considerare attentamente le conseguenze, e questo permette di generare un comportamento “normalizzato”, facendo scemare dunque apparentemente la gravità del cyberbullismo.
I mezzi informatici forniscono l’illusione di un distacco nei confronti di cosa si dice, aumentando di conseguenza la velocità di pensiero-movimento-azione. Questo quindi porta alla mancata riflessione riguardo le proprie azioni non considerando le conseguenze riguardo a cosa si è scritto o fatto. La distanza fornita dal web non condiziona i comportamenti, poiché non si teme la reazione altrui. Questo porta dunque a confondere il bullismo online con la più classica delle comunicazioni.
L’insegnante, in tutto questo, deve trasformarsi in un punto di riferimento per i ragazzi. Gli studenti dovrebbero rivolgersi a loro per ricevere consigli o essere aiutati nei problemi che si nascondono nel web e che possono segnarli per la vita. Spesso si evita di rivolgersi alla propria famiglia per paura di vedersi privati degli smartphone o pc, ecco perché la figura del docente deve essere messa in risalto su questo argomento. L’insegnante ovviamente è consapevole del fenomeno ed è bene che gli studenti sappiano che a loro è possibile rivolgersi.
L’insegnante inoltre deve far comprendere che alcuni atteggiamenti adottati in rete sono nocivi e spesso alcuni di questi possono essere anche reati e si rischia di essere perseguiti dalla legge. Nel web spesso è difficile vedere con chiarezza cosa sia lecito e cosa non lo sia.