Ormai è noto a tutti. Dopo il penultimo decreto che ha fatto diventare la Lombardia e altre province italiane delle zone rosse, migliaia di cittadini residenti al nord hanno preso i primi treni disponibili per poter tornare a casa dalla famiglia, al sud. Si sono spaventati e sono fuggiti. La promessa – ma soprattutto la speranza – era che autodenunciassero il loro arrivo alle autorità competenti e si mettessero autonomamente in quarantena obbligatoria. Però, sembrerebbe che questo non sia avvenuto per davvero ovunque. In Calabria, per esempio, ci sono state solo settanta segnalazioni tra Reggio e provincia.
A ciò, si aggiunge anche il fatto che non si sappia nemmeno con esattezza quante persone siano arrivate. La governatrice Jole Santilli ha dichiarato: “È impossibile stabilirlo con precisione“.
Allo stesso tempo, Sandro Giuffrida, il direttore del Dipartimento di prevenzione dell’ASP di Reggio Calabria, ha più volte ribadito che chi arriva dalle zone maggiormente colpite dal coronavirus ha l’obbligo di autodenunciarsi. “Non è un consiglio, è un’ordinanza della Regione Calabria. – ha dichiarato – Le denunce avvengono tramite il medico di medicina generale o via mail. Ancora, attraverso le forze dell’ordine che hanno dei dati relativi ai passeggeri che sono arrivati in Calabria con il treno o il bus di linea“.
Piccolo problema. Ovviamente, per evitare possibili contagi, le persone non possono recarsi autonomamente in ospedale o in altri posti. Devono esclusivamente rimanere a casa in isolamento. La Regione, dunque, ha previsto il numero verde 800.055.955, da utilizzare per segnalare casi di coronavirus o semplicemente il proprio arrivo da quelle che erano definite “zone rosse” fino a ieri.
Ed è proprio qui che sorgono le difficoltà. Se si cerca di contattare quel numero verde, si scopre che la linea è intasata. Bisogna aspettare anche oltre i venti minuti per poter parlare con un operatore, ma nella maggior parte dai casi cade la linea. Come se ciò non bastasse, molti altri operatori che dovrebbero fornire informazioni in merito rispondono: “Il numero delle autodenunce? Qui non lo sappiamo, chiami il numero verde“. Insomma, si sta creando un circolo vizioso, che potrebbe portare le persone a desistere e a non denunciare la propria presenza, non sapendo a chi rivolgersi.