In un discorso alla Camera dei Deputati, il premier Conte ha ribadito la necessità di mantenere la guardia alta anche nella fase 2, rispondendo a quelli che hanno criticato la sua decisione di tenere ancora chiuse molte attività.
Conte ha ribadito: “Stiamo affrontando un’emergenza senza precedenti nella nostra storia repubblicana. Siamo costretti a ripensare le nostre relazioni e il nostro modello di sviluppo economico. Sono giorni in cui è vivace il dibattito sulle decisioni assunte, e anche sulle modalità con le quali queste sono state assunte. Il governo ha sempre compreso la gravità del momento, e proprio per questo non ha mai voluto procedere in maniera solitaria o improvvisata. Il governo ha adottato da subito un indirizzo che prevede un costante confronto con il comitato tecnico scientifico, per dare una base scientifica a tutte le decisioni aggiunte. Per un governo chiamato a rispondere a una sfida così complessa, di fronte a una minaccia talmente letale, è d’obbligo basarsi sulle conoscenze del mondo scientifico invece che sulle opinioni, anche mutevoli, che non hanno una solida base scientifica.”
Conte ha poi sottolineato che se il 4 maggio si riaprissero tutte le attività, i contagi aumenterebbero di sicuro, con conseguenze catastrofiche: “L’impatto sul nostro sistema sanitario sarebbe tale da costringerci a una richiusura, che comporterebbe conseguenze economiche ancora più gravi di quelle che stiamo vivendo ora. Non possiamo permettere che gli sforzi compiuti risultino vani per imprudenze commesse in questa fase così delicata. Passare dal “chiudiamo tutto” a “apriamo tutto” sarebbe pericoloso. Lo dico forte e chiaro: il governo non può permettere un ritorno alla normalità quando il virus ancora è in circolo. Abbiamo ancora tantissimi contagi: questa emergenza è partita da un solo caso che ha poi contagiato il mondo intero. Pensate cosa accadrebbe con 155mila positivi che possono contagiare gli altri“.
Da maggio, inoltre, si darà il via a 150mila test sierologici: “Il complesso di queste iniziative ci aiuterà a valutare il reale quadro di diffusione dell’epidemia. E dovremo essere preparati a intervenire prontamente per circoscrivere nuovi focolai di contagio, anche procedendo con nuove misure restrittive“. In base al risultato dei test, le Regioni con un basso numero di contagi potranno pensare a riaprire alcune attività, ma ciò potrà accadere “non sull’autonoma iniziativa di enti locali”.
Dopo il 17 maggio si valuterà una riapertura di negozi e ristoranti ma sempre mantenendo le distanze di sicurezza: “Stiamo già lavorando per definire con la massima accuratezza i protocolli di sicurezza per la ripresa al più presto di tutte le attività“. E sugli aiuti economici a famiglie ed imprese, il premier ha dichiarato: “L’emergenza sanitaria ed economica non può diventare anche sociale: il governo non lascerà nessuno indietro. La difficoltà dello scenario che abbiamo di fronte non può precluderci dal vedere le opportunità che si creeranno: il governo intende predisporre un secondo decreto legge per la rinascita economica e produttiva dell’Italia. La crisi economica ha colpito il Paese in un momento di fragilità: a maggior ragione dobbiamo mettere in campo una risposta pubblica in grado di rinnovare le infrastrutture, potenziarne la capacità, verso un’innovazione verde e digitale“.