Alberto Zangrillo, primario del San Raffaele di Milano, interviene a “Cartabianca” su Rai 3 e parla di riapertura della scuola e contagi.
“Fare tamponi in modo non finalizzato, e quindi semplicemente cercare di fare quanti più tamponi possibile, può farci correre il rischio di perdere di vista altri elementi fondamentali, ossia il monitoraggio clinico dei pazienti: dobbiamo convivere con il virus, quindi è fondamentale sorvegliare, tracciare, e fare tamponi dove servono per evitare che un focolaio si estenda” afferma.
“Per esempio nelle scuole dobbiamo essere attenti a monitorare gli insegnanti, il personale di servizio, amministrativo, e poi tutto quello che contribuisce a rendere la socialità del Paese attiva e viva come un tempo” continua.
Riguardo la sua dichiarazione “il virus è clinicamente morto“, Zangrillo aggiunge: “Ho sempre invocato il buon senso, se qualcuno va in discoteca senza mascherina, non è colpa mia. Guardiamo avanti e cerchiamo di dare suggerimenti attuali e per il futuro. Il 25% degli abitanti di Manhattan sono venuti a contatto con il virus e hanno gli anticorpi: non credo – ha concluso – che la mia risonanza abbia varcato l’Oceano e abbia alimentato questo motus verso l’inevitabile contagio“.