Il Congresso Mondiale delle famiglie è al centro di numerose polemiche e discussioni. Nei suoi 3 giorni di durata, gli argomenti principali sarebbero dovuti essere “Famiglia, Amore e Bellezza del Matrimonio”. Invece la manifestazione è iniziata in maniera diretta attaccando la legge sull’aborto.
A lanciare l’attacco, senza troppi fronzoli, ci ha pensato Massimo Gandofini, esponente pro-life e membro del movimento cattolico ultraconservatore di Destra. Ha dichiarato: «L’aborto è l’omicidio di un bambino in utero, e la legge 194 è stata applicata soltanto negli articoli che permettono la soppressione di una vita e non in quelli aiutano la maternità».
Dunque prosegue, citando numeri che però non hanno nessun riscontro attendibile e certificabile: «Dal 1978 a oggi in Italia sono stati uccisi sei milioni di bambini e ne sono stati salvati 200mila, ad esempio grazie al movimento per la vita. Lo stato ha tradito sé stesso».
Allo stesso modo la pensa il vescovo di Verona Giuseppe Zenti: «La famiglia è l’opera d’arte di Dio. L’aborto è un omicidio, questo dice la Chiesa. Non ho nulla contro gli omosessuali, ma non hanno niente a che vedere con il concetto di famiglia».
Di matrice più moderata Brian Brown, presidente dell’Organization for the Family. Il presidente è padre di nove figli ed ha legami con i movimenti dell’ultradestra antiabortista americana, nemici dichiarati del mondo Lgbt. Così si è espresso: «Siamo qui per parlare in armonia dei bisogni delle famiglie di tutto il mondo, della bellezza del matrimonio, della crisi demografica».
Il Premier Giuseppe Conte puntualizza di non essere stato invitato, ma aggiunge che non c’è bisogno di spaventarsi per il semplice fatto che circolino idee. Inoltre, nel corso del congresso, sono stati distribuiti dei bambolotti a forma di feto per battersi contro la legge sull’aborto.