Al Congresso Mondiale delle Famiglie che si sta svolgendo in questi giorni si stanno affrontando molti argomenti spinosi. L’aborto è uno di questi, ma è presente anche un’altra questione: l’omosessualità.
Brian Brown, presidente dell’Organizzazione Internazionale della Famiglia, spiega il suo punto di vista: «Noi siamo per una visione positiva della famiglia intesa come l’unione tra un uomo e una donna nel matrimonio». Secondo una signora di Venezia: «Non si può considerare come famiglia l’unione tra coppie dello stesso sesso, quello è un peccato di Dio».
Per alcuni dei partecipanti, una famiglia composta da genitori dello stesso sesso non è da considerarsi tale. Questa tesi è stata ribadita da molti dei partecipanti. Secondo molti di loro l’omosessualità è vista come “una cosa negativa”, altri puntualizzano che è semplicemente contro il volere di Dio, definendoli “abominio”.
Secondo una partecipante al congresso, il futuro della nostra nazione sarebbe minacciato da questi peccati, perché è da considerarsi un peccato della nazione. I peccati di cui parla la signora sono l’aborto e l’omosessualità.
Stando invece al parere di una suora, anch’essa partecipante al congresso, l’omosessualità non sarebbe altro che una patologia che può e andrebbe curata. Secondo il suo pensiero parte della colpa della crescente omosessualità sarebbe da attribuire alla società moderna.
Gli argomenti trattati dal congresso sono molto controversi e sicuramente creeranno interessanti spunti di conversazione. È sempre bene però ricordare che il rispetto è fondamentale, in particolar modo quando l’altro interlocutore la pensa diversamente (soprattutto su questi temi particolarmente spinosi e attuali).