Le intercettazioni hanno offerto prove sufficienti, la chiamavano “scimmia”.
“Odio mia figlia e ho un rifiuto per lei. Ho fatto cose bruttissime che non poi immaginare alla scimmia. Le ho pure rotto il braccio (…). L’ho picchiata a morte. Lei capisce, lei sa tutto, ma è furba e viziata. Metto il veleno dentro il suo mangiare”. Questo emerge dalle inquietanti intercettazioni della madre di una bambina con una leggerà disabilità, era stata arrestata lo scorso giugno assieme al marito dopo che la figlia era stata portata in ospedale a seguito di maltrattamenti, i medici hanno notato lesioni pregresse avvertendo così le forze dell’ordine.
Quando è successo, stavano tentando di fuggire con gli altri quattro figli mentre lei si trovava ricoverata all’ospedale, ma sono stati fermati dalla polizia locale che li stava osservando da diverso tempo.
La coppia, originaria dell’Egitto, era migrata in Italia nel 2010, luogo in cui sono nati due dei loro quattro figli, vivevano in un appartamento abusivo in zona San Siro a Milano.
“Portala in bagno ora e strangolala subito. Chiudi il suo naso così non respirerà più e falla finita”.
La madre è ora condannata a 5 anni per maltrattamenti e lesioni, aveva tentato di risultare incapace di intendere e di volere ma le è stata negata a seguito di una perizia, il padre ha invece patteggiato per 4 anni di reclusione.