Era la sera dell’11 febbraio 2012 quando dal balcone di una casa nel Riminese, in Emilia Romagna, una passante, che stava accompagnando il proprio cagnolino per il consueto giro notturno, sentì le urla disperate di una bimba. Si guardò in giro, fino a scorgere la bimbetta su un balcone, al freddo, con alle spalle la serranda di casa abbassata.
L’ignara passante, ritenendo la bimba in pericolo, viste le basse temperature dovute al clima invernale ormai rigido, attese per capire cosa stesse succedendo.
Poco dopo vide uscire dal portone del palazzo una donna, la madre della piccola, e subito le chiese spiegazioni per quello che stava accadendo. La risposta della madre fu particolarmente stizzita, invitando la passante a non fare domande su situazioni e circostanze a lei estranee.
Spaventata dalla risposta della madre e preoccupata per la piccola, la donna ritenne opportuno avvisare immediatamente le forze dell’ordine che intervennero prontamente. I carabinieri scoprirono che la bimba di soli 4 anni era stata lasciata volontariamente fuori al gelo dalla madre, come atto di punizione.
Inoltre dalle indagini poi svolte scoprirono uno scenario inquietante: nella casa vivevano da sole madre e figlia; la piccola non era registrata all’ufficio anagrafe e non aveva mai frequentato un asilo o scuola; all’interno della casa non era presente un sistema di riscaldamento.
Per questi motivi, gli assistenti sociali, immediatamente avvisati, decisero di togliere la piccola alla madre, affidandola ad un’altra famiglia. La madre invece, a 4 anni di distanza dall’accaduto, è stata definitivamente condannata dal Tribunale di Rimini a 10 mesi e un giorno di reclusione, per la punizione assolutamente crudele che aveva deciso di infliggere alla piccola.