È stata definita una vera e propria farsa il recentissimo Concorso Docenti 2016 i cui esiti hanno provocato lo sdegno dei docenti partecipanti, ai loro occhi traditi dalla bella Italia che, con grande rammarico, non riescono più a sentire come la propria patria.
I cosiddetti “docenti precari”, formatisi con molta umiltà e a proprie spese, ovvero senza i bonus del MIUR, si sono dovuti piegare al volere di un governo che sembra aver del tutto dimenticato quanto di buono abbiano fatto, portando dignitosamente a termine il loro lavoro ogni anno scolastico seppur con la chiara consapevolezza che tutto sarebbe finito, come ogni anno, il fatidico 30 giugno.
Colpisce quanto a loro interessi, al di là di tutto, l’aver lasciato un segno nei cuori, nelle menti e negli occhi dei propri studenti che considerano linfe vitali e grazie ai quali non abbandoneranno mai il sogno di essere INSEGNANTI, anche se di uno Stato “poco attento”.
Dai servizi mandati in onda dai vari TG, non emerge la realtà dei fatti, di quanto realmente accaduto. Le immagini del concorso docenti mostrano insegnanti con carta e penna, invece erano di fatto fronte al pc con soltanto il dizionario di inglese…. eh si, seppur mai previsto dalla loro preparazione universitaria e post universitaria, i docenti dovevano rispondere a 2 quesiti in lingua a risposta chiusa e a 6 quesiti a risposta aperta, nel tempo stabilito di complessivi 150 minuti.
I docenti di lingua, invece, dovevano rispondere a tutti gli 8 quesiti a risposta aperta, nel medesimo tempo a disposizione.
Inoltre, dal racconto dei partecipanti, è emerso che, trattandosi di una procedura telematica, non era affatto concesso di rileggere ciò che si scriveva, ed inoltre la barra temporale per la scansione del tempo a disposizione altro non faceva che peggiorare lo stato di stress ed ansia del momento.
La tipologia dei quesiti, del tipo quiz a premi, nulla aveva a che fare con il modus operandi più vicino a quello di un vero docente, che deve, invece, saper progettare, pianificare, programmare nel dettaglio, senza mai trascurare i bisogni dei suoi alunni, anzi prevedendo le eventuali difficoltà che possono presentarsi.
Dall’accesso agli atti richiesto, per ovvie ragioni, da molti docenti non ammessi agli orali, sono già emersi diversi errori – non di certo commessi dai partecipanti bensì da tutta l’organizzazione del concorso docenti e che i mass media omettono.
Alcuni esempi?
Errato abbinamento del codice fiscale del candidato con il codice alfanumerico identificativo dell’elaborato; tanti dubbi, poche certezze… questo significa che probabilmente qualcuno starà sostenendo l’orale al posto di qualcun’ altro!
Il sistema, o la commissione esaminatrice, non sempre ha saputo fare i calcoli, questo è evidente dalla griglia di valutazione ricevuta dal candidato bocciato; che strano, chi corregge non sa compilare una tabella EXCEL?
Eppure ai docenti è richiesto di essere super informati con le TIC !
Assurdo poi che le griglie di valutazione (rese pubbliche soltanto il 30 giugno, ovvero abbondantemente dopo lo scritto del 19 maggio) contenessero parametri non affatto menzionati nelle domande a cui i docenti dovevano rispondere; era ragionevolmente impossibile prevedere cosa si aspettasse l’intera commissione!
Eppure non è un gioco, ma la vita, il futuro dei nostri insegnanti, che con molti sforzi hanno dedicato i loro anni agli studi, alla formazione e all’aggiornamento continuo, molto spesso anche sacrificando la famiglia, solo perché mossi da una smisurata passione per l’insegnamento.
Per fortuna, seppur alla luce di tali episodi, gli insegnanti “bocciati” hanno dichiarato che continueranno a lottare ancora con grande determinazione, pur rimanendo sempre gli stessi: non rinunceranno ad accogliere, comprendere, sostenere, stimolare, incuriosire, aiutare, ascoltare, guidare i propri studenti, non senza prima rispettarli.
Rispetto… è anche ciò che questi docenti chiedono a gran voce; rispetto per la loro dignità di persone, per quanto hanno investito, per il lavoro fino ad ora svolto e che continueranno a svolgere tra qualche settimana, ovvero quando saranno contattati dalle scuole per colmare nuovamente le mancanze del loro “caro” governo.