La divisa, in ambito scolastico, è un tema sempre molto dibattuto. Questo perché sarebbe in grado di azzerare le disparità sociali e rendere quindi tutti i bambini uguali. Magliette e pantaloni griffati quindi sarebbero visibili solo in orario extrascolastico.
La proposta di far indossare la divisa scolastica è stata lanciata dall’assessore provinciale alla salute, alle politiche sociali e alla famiglia Stefania Segnana che ha spiegato dunque il suo punto di vista riguardo la vicenda: “Per far sì che bambine e bambini non debbano vivere disagi legati ai confronti che spesso emergono tra loro relativamente all’abbigliamento, in particolare tra chi veste capi firmati, costosi e chi invece, per scelta o soprattutto per necessità legate a difficoltà economiche in famiglia, porta vestiti più semplici”.
Questa proposta quindi avrebbe l’obiettivo di rendere uguali i bambini per impedire vicendevoli discriminazioni, però questa ha trovato anche alcuni detrattori, così Segnana ha puntualizzato: “Si tratta solo di una mia idea, con la quale non penso certo di poter risolvere il problema della povertà o delle discriminazioni. Semplicemente penso che a fronte di tante famiglie che spesso si ritrovano a dover spendere somme anche considerevoli per poter assecondare le richieste dei figli, frutto a loro volta del confronto con i compagni che a volte possono anche portare a discriminazioni tra loro, quella di far vestire tutti allo stesso modo almeno per i primi anni della scuola primaria, possa essere una strada da percorrere.”
Ed ha quindi proseguito: “Questo per far sì da un lato che i bambini stessi capiscano come non sono elementi come l’abbigliamento ad essere importanti e dall’altro per evitare che numerosi genitori possano trovarsi in difficoltà per sostenere spese legate all’abbigliamento dei figli”.
I gruppi di genitori però nutrono pareri contrapposti: per alcuni la divisa può essere uno strumento che azzera le diversità economiche, per altri invece non è uno strumento sufficiente per eliminare le disparità.
L’assessore provinciale ha quindi concluso: “Non ho mai avuto la presunzione di pensare che questa possa essere una misura risolutiva per le problematiche relative alle discriminazioni o alla povertà. Penso, invece, che possa essere uno strumento in grado di contribuire ad affrontarle parzialmente, questo sì. Proporre a bambine e bambini per i primi anni di scuola primaria un abbigliamento uguale per tutti potrebbe essere una buona cosa in questo senso. In questi giorni ho ricevuto molti messaggi di persone che condividono questa proposta che, ribadisco, rimane tale dato che io non ho nemmeno competenze in materia scolastica e la cosa dovrebbe essere discussa a livello di esecutivo provinciale”.