Inutile far finta di nulla: il compito dell’insegnante sta diventando via via sempre più complicato. Non si parla solo di ragazzi delle superiori, purtroppo i problemi vengono a galla già dall’età della primaria. Come in ogni ambito, ci sono i cosiddetti “trucchetti del mestiere” per rendere il proprio lavoro più piacevole e gratificante, ed ecco quindi quali consigli vi diamo se state cercando strategie efficaci su come farsi rispettare in una classe delle elementari.
Autorevoli sì, ma ricordatevi che sono bimbi. Molto spesso la pazienza se ne va, perché ci relazioniamo ai bimbi come se fossero degli adulti. Ricordiamoci che non hanno la maturità che spesso gli viene richiesta, e l’amore e la comprensione nei loro confronti farà crescere anche la loro autostima. L’incoraggiamento se non riescono, la gratificazione quando ce la fanno: ma, ancora di più, la comprensione se esagerano.
Fate loro capire che con voi si può scherzare, ma che il rispetto è alla base di tutto. Ricordate che i bimbi sono delle spugne: cercate di mantenere un comportamento equilibrato, dando loro rispetto. Cercate di dosare autorevolezza e dolcezza, e loro impareranno (in maniera diversa, perché non siamo tutti uguali!) a fare lo stesso con voi;
Attenzione alle parole: per i bimbi pesano molto, le ricordano a lungo, e usando dei termini poco adatti potreste pregiudicare la loro autostima e causare un loro comportamento di rifiuto nei vostri confronti. Non si deve sempre dire di sì, la sgridata ci sta: ma dosate i termini e i modi;
Create lezioni accattivanti: ormai il metodo del ‘’io leggo, tu ascolti e impari’’, non funziona più. I bimbi di oggi sono svegli e attivi, incalzate la loro curiosità con metodi sempre nuovi e che stimolino le loro passioni e la loro creatività. In questo modo impareranno più in fretta, e voi avrete tante soddisfazioni!;
Fate delle pause: sono bambini. E come tali, non è possibile pensare che stiano attenti e fermi per tutta la mattina; nella vostra programmazione della giornata includete anche un giochino, non per forza attinente all’attività che state svolgendo;
Fermatevi ad ascoltarli: quando vi fanno domande, o hanno semplicemente voglia di raccontarvi qualcosa, non mettete loro fretta. Date loro il tempo di raccontare e incalzateli con domande in modo che capiscano che li state ascoltando attentamente e con interesse. Faranno lo stesso con voi, i vostri insegnamenti, e le vostre storie.
Ogni bimbo ha una propria peculiarità. Con pazienza, amore e dedizione, in ogni bambino impegnatevi a trovare un lato speciale, ed elogiatelo per questo. Si sentirà rassicurato e sarà ben disposto a seguire la vostra guida con positività.
Mettetevi in discussione: non tutti i bambini sono uguali, e di conseguenza non tutte le classi lo sono. Con ogni gruppo di bimbi ci vogliono metodi differenti, sta a voi cercare di capire quale sia il modo migliore per attirare la loro attenzione; se non ci riuscite subito, non vi arrendete, con pazienza e dedizione troverete il modo per far sì che vi ascoltino.
Le regole sono regole! E come tali, non vanno trasgredite. Sì all’essere un’insegnante amorevole e comprensiva, ma guai far capire ai bambini che con voi si può trasgredire. Si sbaglia, può capitare, ma bisogna far capire agli studenti quando commettono degli errori. Ovviamente sta ad ogni insegnante valutare il metodo per far sì che questo non succeda più.
Cercate un dialogo con le famiglie. Ancora prima che alle primarie, ancora prima che alla materna, le regole devono essere insegnate in famiglia. Le regole, così come la disciplina, il dialogo, il confronto. Date quindi la possibilità ai genitori dei bambini di confrontarsi con voi, in modo che ne scaturisca un dialogo costruttivo. I genitori conoscono i loro bambini nell’ambiente familiare, e questo può rappresentare per voi insegnanti un punto in più per cercare di capirli più a fondo; allo stesso modo l’insegnante potrà indicare ai genitori la necessità di mantenere una linea comune di insegnamento tra scuola e famiglia. E’ un argomento difficile, ma fondamentale: come fa un bambino a capire se può o meno fare una cosa, se nell’ambiente famigliare gli è permesso, mentre a scuola per la stessa cosa viene rimproverato (e viceversa)?
Non è certo facile cercare di seguire tutti questi consigli, e insegnare è forse uno dei mestieri in cui ci vuole sempre molta pazienza e tanta passione. Un buon insegnante sa quando è il momento di fermarsi, senza infliggere punizioni o sgridate continue, per il bene non soltanto del proprio lavoro, ma anche e soprattutto dei bimbi (futuri adulti!) che ha nella propria classe.