Il caso di Chico Forti è diventato noto al pubblico italiano soprattutto nell’ultimo periodo. Della sua vicenda, si è fermamente occupato il programma televisivo “Le Iene“. Attraverso le ricostruzioni del processo e delle dinamiche che lo hanno visto condannato, la trasmissione è riuscita a smuovere qualcosa. In effetti, nelle ultime ore, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha dichiarato di aver incaricato Armando Varricchio, l’ambasciatore italiano che si trova a Washington, di contattare Ron De Santis, il governatore della Florida. L’intento è quello di ottenere l’approvazione per trasferire Chico Forti dagli Stati Uniti d’America all’Italia.
La storia di Chico Forti è piuttosto complessa. Attualmente, si trova in un carcere statunitense da ben 21 anni. Questo perché gli inquirenti lo hanno il responsabile dell’omocidio di Dale Pike, avvenuto il 28 febbraio 1998, ma trovato morto nelle 24 ore successive.
Enrico ha sempre dichiarato di essere innocente e di essere stato incastrato. Sembrerebbe, infatti, che l’intero processo e, specialmente, la condanna, si fosse basato su prove irrisorie che pendevano nei suoi confronti. Tra queste, il fatto che fosse stato lui l’ultima persona che ha visto la vittima viva per l’ultima volta. Nel periodo in cui è stato commesso l’omicidio, Chico Forti stava trattando la vendita di un hotel rinomato di Ibiza, di cui Tony Pike (il padre della vittima) era il proprietario.
Così, quel 28 febbraio 1998, era andato a prendere Dale Pike dall’aeroporto. A un certo punto, il ragazzo gli aveva chiesto di fermarsi a un locale, il Rusty Pelican. Qui, lo aveva lasciato mentre saliva nella macchina di un’altra persona, mai identificata. In aggiunta, poco tempo prima, aveva acquistato per conto di Thomas Knott, uno con precedenti per truffa, una pistola. Si trattava dello stesso calibro di quello usato nel corso dell’omicidio di Pike.
Nel corso del processo, l’accusa ha evidenziato il presunto movente dell’uomo. I legali hanno presupposto che Dale Pike si fosse opposto alla vendita della proprietà. In riferimento a ciò, i legali difensori hanno sempre mostrato come Tony Pike fosse affetto da demenza e che, dunque, non riuscisse ad avere piene capacità nel comprendere simili transizioni.
Tuttavia, i giudici lo hanno considerato colpevole e condannato all’ergastolo. In tutti questi anni, sia Chico Forti sia lo zio che si occupa di fare chiarezza sulla sua situazione hanno provato a contattare diversi politici, al fine di poter trasferire il condannato dagli Stati Uniti all’Italia. Ora, Di Maio ha finalmente fatto un passo in avanti.