Lo scorso anno scolastico, nella scuola in cui insegno Lingua Inglese, è stato introdotto l’uso del registro elettronico personale del docente. L’Istituto in cui insegno non dispone ancora di una rete WI-FI, quindi per evitare di sovraccaricami di lavoro a casa, ho acquistato un cellulare con abbonamento ad internet. Oltre ad avventurarmi nella compilazione in classe del registro online, ho cominciato subito a considerare il piccolo aggeggio elettronico come risorsa utile e funzionale al processo di insegnamento – apprendimento.
Non avendo la possibilità di effettuare fotocopie a scuola, se non per i compiti in classe, ho sperimentato l’uso dello smartphone per proporre agli studenti materiale integrativo recuperato da altri testi o da internet (esercizi di rinforzo, mappe concettuali, testi in lingua, etc.).
Tutti gli alunni della mie classi hanno un gruppo Whatsapp, per cui un allievo fotografa e velocemente condivide con il gruppo l’attività da svolgere. Qualora un alunno abbia dimenticato il suo smartphone a casa lo invito ad utilizzare quello del compagno di banco; se ha terminato i GIGA del suo abbonamento o ha abbandonato il gruppo a causa di un litigio (ahimé succede anche questo!) chiedo che un altro compagno gli invii l’immagine tramite bluetooth.
Successivamente, come suggerito dalla relatrice di un corso di aggiornamento che si è svolto a scuola, ho consentito, quando necessario, di utilizzare lo smartphone per la consultazione del vocabolario di inglese online, soprattutto per semplificare il lavoro degli alunni con DSA che incontrano notevoli difficoltà nel ricercare i vocaboli nel dizionario cartaceo.
Sfruttando la versatilità del piccolo dispositivo elettronico, faccio anche regolarmente e agevolmente lezione di ascolto in classe con il materiare offerto online dal testo in adozione, collegando il mio smartphone tramite bluetooth ad una mini cassa che porto sempre in borsa con me.
Naturalmente non permetto che gli alunni possano usare i loro telefoni per altri scopi, soprattutto durante lo svolgimento di un compito in classe! Il nostro regolamento di istituto è abbastanza rigido nei confronti di chi commette una simile infrazione: l’insegnante sottrae batteria e SIM allo studente e le consegna in vicepresidenza, dove poi il genitore dovrà recarsi personalmente per recuperale.
In realtà fino ad ora ho preferito semplicemente sottrarre il telefono per trattenerlo fino al termine della lezione, minacciando di ricorrere al regolamento in caso di infrazione reiterata. Devo precisare però che questi inconvenienti si verificano proprio quando facciamo lezione senza l’ausilio dello smartphone. Insomma, bisogna sempre vigilare …
Penso che le nuove tecnologie in generale debbano essere utilizzate affiancandole ai mezzi e sussidi tradizionali, ma solo quando l’insegnante le ritenga utili. Credo nella libertà di insegnamento, come pure nella validità del confronto e dello scambio di esperienze tra colleghi, ma sono contraria ad ogni tentativo di uniformare metodi, strategie, mezzi, contenuti, etc.
Mi auguro che al più presto la nostra scuola possa avvalersi di una rete WI-FI e che l’ormai famoso bonus di 500 euro possa in futuro essere speso anche per l’acquisto di smartphone.
Paola Gambardella, insegnante – [email protected]
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