Ernesto Galli della Loggia (storico, giornalista ed editorialista presso il Corriere della sera) ha proposto alcune misure da applicare nell’immediato al ministro dell’istruzione. Le idee sono varie e sono qui di seguito riportate.
- Reintroduzione della predella: in questo modo il docente avrebbe la cattedra rialzata di pochi centimetri che permetterebbe di controllare meglio la classe. Così facendo si trasmette anche un senso di autorevolezza da parte dell’insegnante.
- Alzarsi all’arrivo del docente: anche in questo caso si rafforzerebbe l’autorità dell’insegnante, oltre ad essere un segno di rispetto.
- Divieto di occupazioni ed autogestioni: queste infatti rappresenterebbero solo un pretesto per non svolgere le lezioni e non studiare.
- Cancellazione di ogni misura legislativa che preveda un ruolo delle famiglie: i genitori non devono essere chiamati a fare i rappresentanti scolastici.
- Divieto di convocazione degli insegnanti (limite 4 volte al mese): questo permette lezioni più lineari e impedirebbe di trasformare la scuola in un “riunificio”.
- Affidamento pulizia interna e del decoro esterno agli studenti: ciò rappresenterebbe un grande risparmio e si instilla un senso di appartenenza negli studenti.
- Divieto di portare il telefono in classe: a questa andrebbe accompagnata una proposta di legge per vietarne la vendita e l’uso ai minori di 14 anni
- Apertura pomeridiana biblioteca e cineteca: in questo modo si incentivano gli studenti ad approfondire con libri e film.
- Gite scolastiche locali: scegliere come mete località italiane per approfondire la conoscenza del territorio nostrano.
- Nomi degli istituti: questi dovrebbero portare il nome di personaggi illustri
E voi, cosa ne pensate? Lasciateci pure un commento scrivendo le vostre impressioni e le vostre idee al riguardo.
Se anche solo.una delle proposte fosse messa in atto, sarebbe già una bella conquista!
Condivido tutto e, per una scuola del “cambiamento”, aggiungo:
Non più maestro, insegnante, professore: basta una sola parola, “Docente”. Un docente (dal latino docēre, insegnare), è chi, nella sua attività professionale, ha il compito di insegnare una qualsiasi materia o argomento in strutture come scuole e università.
Non più alunno, scolaro, liceale, universitario: basta una sola parola, “discepolo” (discepolo deriva dal latino discipulus, cioè da discere, cioè apprendere);
Il compito quindi di educare non spetta né al Preside, né all’insegnante ma alla famiglia. Il docente si deve aspettare solo di ricevere dalla classe il rispetto, la collaborazione, l’ordine, la disciplina e il silenzio, se non si è invitati a parlare.
Ai miei tempi, (siamo nel 1949), prima di entrare in classe si sostava nel cortile, strisce per terra per segnare la classe dove stare allineati. Infine il fischietto del bidello per indicare il silenzio e incamminarsi, una classe per volta, verso le rispettive aule.
Ci hanno abituati a entrare nell’Istituto come in Chiesa perché la scuola è il “Tempio della cultura”.
Oggi non si contano gli atti di vandalismo, la violenza agli insegnanti; questi comportamenti non sono ragazzate; anche se minorenni, i bulli (ragazzi o ragazze che siano) sanno bene quello che fanno e il Codice Penale deve esistere anche per loro. Qualche giorno di carcere non farà loro male! Ci penseranno due volte prima di rifarlo! Signori Docenti, quando mettete le note che riguardano l’insubordinazione e le violenze ai docenti, inviatele ai genitori e, per conoscenza, al primo Distretto di Polizia, E’ in questo luogo che dovranno presentarsi i genitori e non a Scuola. Questi giovani non sono degni di frequentare la Scuola statale.
Diceva mio padre che, quand’era in quinta elementare (nel 1910), un suo compagno di classe (non sa cos’avesse combinato) era stato “escluso da tutte le scuole del Regno”. Cioè non era degno di stare in qualunque scuola e, se voleva continuare gli studi, i genitori dovevano provvedere a proprie spese e in privato. Sulle violazioni da parte degli studenti e dei genitori violenti al Codice Penale, il Consiglio di classe, emetta il provvedimento di esclusione dalle scuole statali .
Invece assistiamo che I bambini che frequentano la scuola materna sono abituati all’educazione, al rispetto, all’ordine, alla condivisione, all’empatia, alla collaborazione, alla musica, alla creatività e le educatrici sono attente che non alberghi in loro la prepotenza (il seme del bullismo), l’avarizia o la gelosia. (Sappiamo che i gelosi, crescendo diventano potenziali assassini).
Dotate i discepoli di una divisa, segno di distinzione e di appartenenza alla scuola, e provvedano a ciò le istituzioni se la famiglia non se lo può permettere. Forse così debelleremo il bullismo. Purtroppo molti, troppi genitori hanno abdicato al loro ruolo di educatori.
Giunti a questo punto per estirpare il problema alla radice, la scuola dell’obbligo dovrebbe incominciare a tre anni. Sarebbero contenti specialmente i genitori che hanno un unico figlio e le tante nuove maestre che , dopo un periodo di prova,dimostrino e infondano amore per il delicato lavoro a cui saranno chiamati.
Ugo Minafra
D’accordissimo!!
Io comincerei con il suggerire di cominciare chiedendo: – l’eliminazione della demagogica “alternanza scuola-lavoro”; – di non ridurre a quattro anni la durata della secondaria superiore eliminando tutte le sperimentazioni in corso; – ripristinare le diciture: nido, materna, elementare, media e superiore; – eliminare i genitori dagli organi di governo della scuola imitandone la partecipazione ai soli consigli di classe con l’eccezione di quelli nei quali i docenti deliberano i piani di lavoro. La pedana rialzata no, ci inciampavo sempre (una volta c’era; ho quasi settantuno anni e avevo cominciato ad insegnare ne 1971 prima dei Decreti Delegati; ho smesso ne 1999 per andare a fare l’ispettore tecnico a seguito di superamento dell’ultimo specifico concorso di selezione di ispettori tecnici come previsto dalle pertinenti norme dei Decreti Delegati e non a seguito di un moto più generico concorso da “dirigente”) Marilena Levato
Sono un ex docente. Conosco i problemi della scuola. Sono d’accordo, per iniziare con questi provvedimenti.
Buonasera. Non credo che questi provvedimenti cambieranno lo stato attuale delle cose. L’autorevolezza è diversa dall’autorità sollevata con predella di dieci o venti cm.. L’imposizione delle regole non sono “educazione”, ma solamente rispetto per timore di…
Ne abbiamo sperimentate di queste novità retro, scusate l’ossimoro, con risultati pari a zero.
L’autorevolezza o ce l’hai o non ce l’hai. È un po’ simile al carisma. Gli studenti e le studentesse lo avvertono a pelle. Quanto poi ai genitori, che non hanno la “legge morale dentro di sé” (e quindi anche i figli ne saranno privi)non saranno fuori gioco perché esclusi dall’ istituzione scolastica. Essi esisteranno e saranno ancor più fuori controllo.
La regola dell’alzarsi in piedi a scuola non varrà per alzarsi in piedi in altre occasioni in cui servirebbe. Resterà lettera morta senza una spiegazione plausibile. Che non verrà data nella realtà, ma imposta con circolare anche per i prof che dovrebbero cambiare mestiere perché incapaci di rispettare. Mi scuso per la lungaggine. Non.avrei neanche finito. Ma chiudo
Questo si che è un commento costruttivo…chiedervi come mai la scuola italiana è,come da statistica,la meno amata dagli studenti solo il 5 % dei ragazzi italiani è soddisfatto della scuola…mi sembra un po’ basso se per contro il 65% è più degli studenti delle scuole europee è invece il grado di soddisfazione.
Il mondo va avanti la scuola è ferma ai primi del 900
Concordo con le misure proposte. Sono scettica riguardo all’affidamento delle pulizie agli studenti, che dovrebbero essere obbligati a non insudiciare gli ambienti interni ed esterni con scritte e graffiti di ogni genere e, soprattutto, a mantenere la pulizia. Sarebbe auspicabile l’insegnamento dell’educazione civica e del diritto, almeno a livello nozionistico, sia pubblico che privato, per aiutare i giovani ad essere innanzitutto dei buoni cittadini.
Non condivido pienamente questo decalogo, perché credo che di ben altro abbia bisogno la scuola, però penso che vada saputo leggere, senza soffermarsi all’apparenza. Quel che risalta di più è certo la cattedra rialzata e l’alzarsi in piedi all’entrata dell’insegnante. Io vengo da una scuola così: ho 70 anni e per circa 40 ho fatto l’insegnante nelle scuole superiori, dando tutta me stessa al mio lavoro e facendolo diventare la mia essenza. Anch’io avevo la cattedra con la pedana, all’inizio, e i miei alunni mi salutavano alzandosi in piedi. Ma del gradino più su e del saluto formale io non ne avevo bisogno e, con il mio modo di lavorare, alla fine essi sparivano! Oggi questi espedienti hanno un solo significato: ridare ruolo e dignità all’insegnante all’interno della scuola e della classe. Sono solo orpelli, sono solo espedienti formali, vero! Ma simbolici per certi aspetti, visto che ormai gli insegnanti hanno perso il rispetto degli alunni e delle società. E per gli insegnanti guadagnarsi quella pedana simbolica dovrebbe essere uno sforzo, un impegno quotidiano, rappresenterebbe veramente la capacità di sapere insegnare (ma qui il discorso diventerebbe troppo lungo!) che oggi si sta perdendo! Salire su quella pedana dovrebbe rappresentare il punto di arrivo di un percorso in cui hai imparato ad insegnare ciò che hai appreso e per farla sparire poi basta poco: imparare ad apprendere dai tuoi alunni, creare uno scambio di saperi, di mondi, di realtà, che danno dignità ad entrambi i soggetti dell’apprendimento.
e magari non farsi dare del tu dagli studenti
Sembrano condivisibili ma a mio parere bisogna dare forza alla didattica, farli studiare e poi ancora studiare e se non riescono, bocciare senza pietà. Da quando le verifiche sono diventate dei quiz la capacità del linguaggio e del ragionamento si è persa, gli alunni giocano di azzardo e si esercitano ad essere i parassiti di domani copiando senza neanche capire ciò che fanno!
Oggi per bocciare qualcuno devi giustificare ogni voto sei tu docente che sei sotto giudizio.
Le misure proposte sono solo formalità che poco risolverebbero!
Condivido tutto, sarebbe fantastico se venissero attuate anche solo alcune delle proposte
Ma se rimproveri uno studente e ti arrivano i genitori incazzati, se metti 7-8 insufficienze la tua classe va a protestare dalla preside che ti convoca in presidenza, se dobbiamo fare entrare in classe gli alunni in ritardo a qualunque ora (dalle 8.00 alle 11.00 e oltre), e fare uscire in anticipo quando vogliono; ma se alla fine dell’ anno agli scrutini la preside fa alzare a 6 il 90% delle insufficienze e impedisce qualsiasi bocciatura (la % di bocciati è sotto il 2%) e alla maturità si sfiora il 100% ….DI CHE COSA STIAMO PARLANDO? Se uno studente ti manca di rispetto o ti insulta o ti da una spinta perché l’hai fatto arrabbiare il massimo che rischia è la sospensione di 1-3 giorni con obbligo di frequenza (che paura!) e quando chiedi se non sarebbe meglio fermare uno studente con sei sette materie insufficienti (la maggior parte con 5 perché ci sono insegnanti che non mettono meno di 5) c’è sempre più di un collega che spaventato si chiede: e se poi ci fanno ricorso? E VOGLIAMO FARE ALZARE IN PIEDI QUANDO ENTRA IL DOCENTE? Ma ringraziamo che ancora non ci prendono a pernacchie!!!