L’aumento dei prezzi su beni di consumo come farina, pane, pasta, gas, luce e carburante, è sotto gli occhi di tutti e sta toccando massimi che arrivano al 38%.
Federconsumatori ha dichiarato: “Si fa sempre più grave e preoccupante l’allarme sui rincari dei prodotti alimentari, sia sulla spinta dell’aumento delle materie prime, sia sull’onda dei rincari energetici che influiranno sui costi di produzione e di trasporto”. E’ stata quindi richiesta una interrogazione parlamentare che Federconsumatori approva: “Non possiamo che sottoscrivere tale appello, per fare chiarezza sugli aumenti e scongiurare l’ipotesi che questi diventino una ghiotta occasione di speculazione”.
E’ stata inoltre inviata una segnalazione all’Antitrust allo scopo di “verificare la sussistenza di ipotesi di cartello sui prezzi dei prodotti alimentari, così come avvenuto nel 2008”. E’ indispensabile tutelare i consumatori da “intollerabili fenomeni speculativi, che andrebbero ad aggravare ulteriormente i già forti rincari in atto, con forti danni alle famiglie e all’intero sistema produttivo”.
Davide Trombini, presidente di Assopanificatori, fa sapere che la causa principale dei rincari è l’aumento del prezzo delle materie prime: “Noi finora lo avevamo assorbito senza riversarlo sul consumatore ma oggi non è più possibile. Del resto questa situazione danneggia anche noi, che da un lato paghiamo di più le materie prime per fare il pane, dall’altro non possiamo alzare troppo il prezzo perché rischieremmo di far scappare il consumatore, magari verso il pane surgelato”.
Il costo del trasporto e la carenza di scorte fanno il resto. In Ucraina, paese dal quale preleviamo il grano, i raccolti sono diminuiti e in Italia le scorte non sono sufficienti a soddisfare le richieste.