Al convegno Uno, nessuno, centomila dal tema Libri di testo e risorse digitali per la scuola italiana in Europa organizzato quattro anni fa dal Ministero alla Scuola Normale di Pisa, tra i tanti relatori è intervenuto Antonio Fini, Dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo di Arcola-Ameglia. Sono passati 4 anni, dicevamo, ma avrebbe potuto essere ieri. O domani.
“Faccio il guastafeste” ha esordito Antonio Fini “I colleghi hanno riportato bellissime esperienze, io racconto una non-esperienza. Faccio il Dirigente scolastico da un anno, e in questa scuola, per prima cosa, ho iniziato a organizzare le comunicazioni. È una cosa banale, ma in una scuola come la mia non si riesce a comunicare” (l’istituto conta 3 scuole medie e 6 scuole elementari, n.d.r.).
”Ho creato un sito web e un sistema di applicazioni interne con Google App for Education per avviare un lavoro sulla infrastruttura, a costo zero. Le risorse sul web sono gratuite e la formazione l’ho fatta io”.
Da qui parte il nocciolo del suo intervento: quali sono i punti fondamentali sui quali occorre investire in questo momento?
Il primo: ”Abbiamo bisogno di un investimento sull’infrastruttura di rete, sia sulle aule che a casa, per i bambini. Rompiamo un circolo vizioso: siamo un paese arretrato perché non siamo connessi, o non siamo connessi perché siamo un paese arretrato?”.
E il secondo: “È fondamentale la formazione degli insegnanti, e non parlo di mega piani ministeriali, ma che diventi normale, doveroso – come non è mai stato: ci sono insegnanti che si vantano addirittura di non saper usare un computer – che gli insegnanti abbiamo una formazione sul mondo della tecnologia digitale. I nostri ragazzi devono sviluppare, tra le 8 competenze chiave, quella digitale: come possono farlo se gli insegnanti a loro volta non la possiedono? Questo comporta un aumento del digital divide tra ragazzi”.
Conclude facendo il punto sulla ricerca educativa nel campo delle tecnologie: “Viviamo immersi in un insieme di miti e credenze nel campo dell’educazione alle tecnologie. Il modo migliore per sfatare questi miti è mettere gli insegnanti nelle condizioni di avere la professionalità per insegnare l’educazione ai Media. La scuola non può più ignorare tutto questo”.
Ecco quali erano, 4 anni fa, i due nodi da sciogliere per la scuola italiana: l’infrastruttura e un nuovo modo di concepire il ruolo dell’insegnante. Che cosa è cambiato?