Il Ministro Bussetti ritiene valide le sollecitazioni dei sindacati che richiedono a gran voce un nuovo contratto per il comparto scuola. L’ultimo entrato in vigore ad aprile, scadrà il 31 dicembre 2018 e non è molto gradito alle parti.
Infatti, alla luce di questo contratto, dal 1° gennaio 2019 è previsto che alcuni docenti perdano quella parte dello stipendio che in busta pagata viene individuata dalla voce “elemento perequativo”, corrispondente a circa 85 euro medi lordi. Il ministro ha dichiarato in merito “Dobbiamo evitare che insegnanti perdano soldi”.
Un altro elemento che non piace del contratto attualmente in vigore concerne il ruolo del docente, la rivalutazione della sua professione e la possibilità di svolgere il proprio lavoro in un contesto di serenità. Al riguardo il ministro ha dichiarato a QN “Vogliamo anche cercare di ridare dignità al ruolo del docente, responsabilizzando, ma soprattutto facendo sì che diventi una pietra angolare del nostro sistema di istruzione e formazione”.
Il riferimento all’art. 24 del CCNL 2016/2018 è chiaro. In esso si legge “La progettazione educativa e didattica, che è al centro dell’azione della comunità educante, è definita con il piano triennale dell’offerta formativa, elaborato dal Collegio dei docenti, ai sensi dell’articolo 3, comma 4, del decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n. 275, nel rispetto della libertà di insegnamento. Nella predisposizione del Piano viene assicurata priorità all’erogazione dell’offerta formativa ordinamentale e alle attività che ne assicurano un incremento, nonché l’utilizzo integrale delle professionalità in servizio presso l’istituzione scolastica. I docenti partecipano, a tal fine, alle attività del collegio nell’ambito dell’impegno orario”.
Dunque la professionalità di ogni docente deve essere valorizzata all’interno dell’istituzione scolastica.