È stato ribattezzato ed è stato conosciuto da tutti noi come “paziente 1“. Perché è stato il primo caso di contagio da coronavirus a essere rilevato in Italia. La sua situazione ci ha fatti stare per un po’ con il fiato sospeso. Fin da quando era stato ricoverato a causa delle gravi difficoltà respiratorie, era stato necessario il trasferimento nel reparto di terapia intensiva dell’Ospedale San Matteo di Pavia. Poi, i medici avevano scoperto che anche la moglie, in dolce attesa e all’ottavo mese, aveva contratto il virus. Così, era stata immediatamente ricoverata all’Ospedale Sacco, ma solo per precauzione, visto che era asintomatica. Ma lei ora è già a casa: terminerà la quarantena obbligatoria direttamente dalla sua abitazione.
Una notizia positiva sulle condizioni di salute del paziente 1 è arrivata lunedì scorso. Dopo diciotto giorni trascorsi in cui è rimasto sedato, incosciente e intubato, il manager 38enne di Codogno è stato spostato al reparto di terapia sub-intensiva. Ha iniziato a respirare in modo autonomo e a essere semi-cosciente.
Ma arriva un’altra informazione. Ora, ha anche ripreso a parlare. Una delle prime cose che ha detto? Ha chiesto: “Sono a Lodi?“. Francesco Mojoli, il responsabile di Terapia intensiva al Policlinico San Matteo di Pavia, ha commentato: “Incrociando le dita, posso di se di sì: è fuori pericolo. Respira autonomamente con un po’ di ossigeno. Speriamo di trasferirlo il più presto possibile in un reparto medico e poi anche a casa“.
Della sua storia, si sono occupati sia il quotidiano francese Figaro sia quello spagnolo Abc. Entrambi hanno dedicato a lui un intero articolo, rimarcando la positività della sua guarigione. Nella stessa ottica, si è posto anche Fausto Baldanti, il virologo dell’Ospedale in cui il 38enne è ancora ricoverato. Il medico ha detto: “Guarire un paziente 1, così gravemente colpito, ha un valore scientifico, psicologico, economico e politico“.