Lauro Mengheri, dell’Ordine degli Psicologi della Toscana, ha le idee ben chiare riguardo i recenti fatti di cronaca che hanno coinvolto 6 ragazzi di Lucca i quali hanno commesso atti di bullismo nei confronti di un docente. Ritiene sia giusto che la scuola, in quanto istituzione, abbia applicato le sue regole (che comunque hanno avuto lo scopo di sottolineare la gravità della situazione) ma ritiene anche che tale punizione non basti.
“La psicologia da tempo ci ha insegnato che l’apprendimento passa da canali espliciti e impliciti. Quindi occorre un’azione congiunta di informazione e formazione ai valori, ma anche che i ragazzi vedano questi valori nella società e nelle persone che li circondano”. Questo quanto detto dallo psicologo che tiene a precisare che alcune dinamiche, come quelle viste all’Itc Carrara, tendono a verificarsi solo in presenza di un pubblico.
Quanto accaduto quindi è stato reso possibile dalla complicità della classe che ha incitato e riso. Non si tratta quindi di una problematica che riguarda i singoli individui, ma la collettività presente all’evento che va ad autoalimentarsi.
Mengheri quindi ha spiegato questo fenomeno: “La psicologia ci dice che le persone in gruppo si comportano in maniera diversa e che, se nel gruppo sono autorizzati certi comportamenti negativi, persone che in altri contesti non lo farebbero mai tirano fuori il peggio di sé”.
Ha quindi concluso la sua opinione ribadendo l’importanza della figura dello psicologo all’interno delle scuole che però non si deve limitare a qualche ora di ascolto degli alunni, ma dovrebbe collaborare attivamente col dirigente scolastico per progettare interventi efficaci. Uno psicologo adeguatamente preparato riuscirà a comprendere queste dinamiche sociali ed individuali ed aiutare realmente i ragazzi.