Un argomento che sicuramente è al centro di accesi dibattiti è senza ombra di dubbio quello che riguarda la promozione degli studenti alla classe successiva. Spesso ci si interroga se sia giusto fare da “scaricabarile” e quindi lasciare la gatta da pelare ad altri, oppure se sia necessario fermare lo studente per permettergli di colmare le proprie lacune.
Spesso comunque si è ricorso alle vie legali per cercare di far promuovere uno studente bocciato. Le motivazioni che si celano dietro a tale scelta sono da ricercarsi in eventuali vizi di forma in cui sono incappati i docenti oppure in alcuni problemi durante lo scrutinio.
Solitamente gli organi competenti non entrano nel merito delle valutazioni dei docenti, ma in questo caso è stato fatto dal Consiglio di Stato che si è pronunciato in una maniera piuttosto insolita e che sicuramente farà discutere.
Il ragazzo protagonista frequenta la scuola media di Scandiano, nel reggiano, ed ha presentato molte insufficienze. I docenti decidono quindi di negargli la promozione, ma il giudice decide di ribaltare il risultato: a suo parere è necessario prendere in considerazione un lasso di tempo più ampio, un biennio, per emettere un giusto giudizio.
“L’appello è fondato in quanto l’ammissione alla classe successiva deve fondarsi su un giudizio che faccia riferimento unitario e complessivo a periodi più ampi rispetto al singolo anno scolastico” questo è quanto deciso.
La battaglia legale è partita dalla famiglia del ragazzo ed è entrata nel vivo a partire dal mese di luglio: la bocciatura è stata quindi annullata grazie ad un ricorso. Ad agosto però il verdetto è stato ribaltato dal Tar che stabilito che le lacune dello studente erano troppo ampie per non essere bocciato.
La famiglia però non si arrende e si appella al Consiglio di Stato il quale ribalta ulteriormente la sentenza consentendo al giovane di proseguire con gli studi ed iniziare quindi la seconda classe. La scelta è stata dettata in virtù del fatto che, dal passaggio dalla primaria alla secondaria, sia necessario fare riferimenti a periodi di tempo più lunghi per una corretta valutazione.
La scuola emiliana inoltre si farà carico delle spese del giudizio in tribunale, pari a 1.700 euro.