Mi chiamo Annamaria e sono un’insegnante. Stagionata e quasi al limite della pensione. In una discussione su Facebook mi è stato chiesto di spiegare perché mi piacciono così tanto matita e penna stilografica.
Una spiegazione poco scientifica può essere perché sono del “Cartaceo Inferiore” quando l’insegnamento era fatto anche di profumi e rumori: il profumo dell’inchiostro fatto con le polverine dal bidello prima e dalla boccetta personale poi, il rumore del pennino sulla carta e della gomma rigida che cancellava gli errori (quanti buchi prima di prenderci la mano!).
Il vero motivo è un altro.
Quando entro in prima, noto che sempre più bambini hanno un’impugnatura di matite e pennarelli assolutamente sbagliata.
Quasi nessuno ha l’impugnatura classica che si usava “ai miei tempi”. Il tratto è spesso marcato, pesante che affatica la mano e, di conseguenza, rallenta il bimbo.
Il colore è dato male perché spesso non vedono i confini, coperti dalla mano.
Quindi, il primo lavoro da fare è correggere l’impugnatura e la matita è uno strumento adatto e duttile. L’obbligo della matita serve anche a dare la possibilità al bimbo di correggere gli errori senza demoralizzarlo perché quando ha cancellato e riscritto correttamente è convinto di non aver fatto alcun errore e si sente un gigante, come tutte le insegnanti sanno.
Un modo molto semplice per costringere ad una corretta impugnatura è dare al bambino un pezzetto di carta e “obbligarlo” a tenerla nel palmo con l’anulare ed il mignolo: automaticamente sarà obbligato a tenere la matita correttamente.
Quando poi arriviamo in seconda, dopo il primo mese sono lì a chiederti: “maestra posso usare la penna?“. E per penna intendono penna biro.
La risposta è sempre no.
Nel frattempo, al primo incontro con i genitori ho chiesto di comperare le stilografiche. La domanda più frequente è “ma possiamo comprare le penne con la punta tonda?“. La risposta è sempre no.
Voglio la stilografica, quella con l’inchiostro e il pennino, quella che ha la cartuccia con la pallina.
Il motivo è molto semplice: anche chi entra in seconda e non ha fatto il percorso con la matita impara a scrivere con l’impugnatura corretta, se non è corretta la penna non scrive.
La penna stilografica obbliga l’alunno a dosare la forza, non può premere sul foglio, altrimenti il pennino si rompe, non può tenere la penna stilografica in modo strampalato ( estremo piacere di tutti gli alunni, che spesso scimmiottano chi la tiene in maniera originale) altrimenti non scrive.
Dulcis in fundo, l’impugnatura corretta non stanca il polso né la mano così la concentrazione è maggiore perché la fatica arriva dopo un tempo molto più lungo.
All’inizio qualche genitore brontola, soprattutto se il bimbo è mancino, ma io non ho mai visto sbavature sui quaderni.
La penna stilografica resta obbligatoria fino in quarta elementare, soprattutto per consolidare la corretta impugnatura. Belle, o quanto meno, chiare le scritture.
Purtroppo quando arriviamo in quinta e hanno la possibilità di usare la biro le scritture perdono un po’ di chiarezza, ma l’impugnatura è salva. Più continueranno a studiare più avranno da scrivere, ma potranno farlo molto più rilassati.
Annamaria Umer, insegnante
Per i mancini però potrebbe essere problematico.
Sono perfettamente d’accordo. Inoltre credo si debba iniziare ad avere seriamente un sano timore: non si scrive più a mano!!!!! Solo pigiando tasti o sfiorandoli su un video.
Questa abilità manuale e le sue implicazioni cerebrali si perderanno! Il tratto della punta della matita che segue un’idea…il pensiero a tradotto in gesto grafico, … a me sembra un pericolo gravissimo! Il piacere estetico di comporre di propria mano una pagina scritta. Sarà qualcosa che manca.
Chissà cosa avranno detto i sumeri quando sono passati dall’incidere su tavolette a scrivere con inchiostro. Tutta questa attenzione su stilografica si/no mi sembra una follia. Ricordo alle superiori un prof di disegno che impose di comprare tutto un set da disegno con stilografiche e non (costo 100 euro). Ho imparato a scrivere meglio? Assolutamente no. Ho aumentato il numero Delle mie connessioni celebrali? No. Ho fatto felice il cartolaio quello si. Si usi la biro e si spenda soldi per libri non per stilografiche. Altrimenti perché non tornare alle tavolette di cera, a scrivere geoglifici?
Da mancina che ha avuto un’insegnante che chiedeva l’uso della stilografica, confermo che questa è un serio problema per i mancini. Obbliga a tenere il polso in maniera del tutto innaturale per evitare di passare sopra l’inchiostro fresco e di creare antiestetiche e frustranti (le ricordo ancora con senso di fallimento) macchie sul foglio, cosa che per altro accade in misura minore anche con le replay cancellabili (per me il passaggio alla classica bic e’ stato un sogno). Questo sempre che gli inchiostri moderni non siano diversi dal passato (il che andrebbe verificato). Ovviamente questa è la mia esperienza, magari altri mancini possono dire cose diverse al riguardo.
Io in arte e immagine, alle elementari, faccio fare disegni con il pennino. A differenza della stilografica, l’inchiostro del pennino asciuga subito e bene. Non solo: il penino ti obbliga ad un’attenzione nelle procedure (non deve far cadere l’inchiostro e dopo l’uso deve pulire bene tutto), per cui fa crescere il bambino nell’attenzione al particolare.
Per i mancini è una tortura. Io sono mancino e invece vengo dal “Cartaceo Superiore” e posso dire con certezza che mi lascia perplesso il suo compiacimento nell’affermare che anche i mancini non fanno sbavature. Infatti trovo strano che negli anni lei non abbia notato la postura che i mancini hanno dovuto inventarsi per non sbavare. Posture assolutamente innaturali ed insane che trovo al limite del buon senso . Per cui, per quanto condivido il senso del suo articolo, non mi compiacerei di poter obbligare anche i mancini a tali pratiche. Come insegnante dovrebbe avere una sensibilità particolare verso i bambini. Capisco che lei non intende far del male ma da mancino le assicuro che è uno stress in più, solo evitare di toccare l’inchiostro fresco è un incubo. Credo di essere uno dei pochi mancini che scrive dritto come “un destro” e non con strane posture (ma non ho mai visto qualcuno come me) ma l’avvento della biro per me è stata una liberazione! Affinchè lei non mi franintenda, sappia che alla mia figlia più grande ho regalato una penna da calamaio con 2-3 pennini per creare grafie diverse, invece alla mia figlia più piccola, mancina dislessica e disortografica, ho convinto le maestre a lasciarla utilizzare le biro cancellabili perchè fa cosí tanti errori che il suo quaderno sarebbe una permanente macchia intera sia a biro che a stilografica.
Stupendo, condivido appieno! In un era in cui praticamente non si sa più scrivere (e non parlo della grammatica, proprio dell’impugnare una penna e tracciare segni intellegibili, e potendo anche aggraziati) non ci trovo nulla di strano nell’insegnare una tecnica. Il bambino è stupendamente malleabile a imparare qualsiasi cosa, senza fatica (suvvia che sarà mai un po’ di esercizio di calligrafia, ma vi rendete conto delle cose che sanno fare a livello informatico, che molti genitori attempati si sognano?!). Scrivere è un gesto tecnico, come disegnare, e molte altre attività della vita. Una volta imparato da adulti saranno riconoscenti per sempre! Ne faranno vanto e ringrazieranno in eterno la maestra che ha insegnato loro una cosa (nel futuro, sempre più) preziosa.