Un bimbo autistico di 5 anni è stato legato ai polsi e alle caviglie a una sedia in classe mentre i compagni gli correvano intorno deridendolo. Le foto della terribile vicenda sono state pubblicate sul quotidiano irlandese Belfast Live e sono state scattate per caso durante una festa nella scuola frequentata dal piccolo, specializzata tra l’altro nell’accoglienza di ragazzi con disturbo cognitivo.
I genitori, dopo averle viste, hanno denunciato il dirigente scolastico, che è chiamato ora a rispondere in tribunale dell’accusa di violazione dei diritti umani. La mamma del bambino ha raccontato: “Un giorno stavo parlando con lui chiedendogli cosa voleva mostrarmi e continuava a toccare con il ditino il sussidiario, che aveva infilate dentro le foto. Ho aperto il libro e, alla vista di quelle immagini, mi è saltato il cuore in gola: il mio piccolo legato come un animale“.
Il piccolo, riferisce la madre, non ha mai avuto particolari problemi di comportamento, per lo meno non così gravi da giustificare l’uso di una tale costrizione. Il bambino aveva cominciato a dare segni di insofferenza e nervosismo, subito notati dai genitori che però non riuscivano ad interpretarli, data l’incapacità del figlio a comunicare verbalmente. La mamma ha continuato: “È sempre stato felice e allegro, ma all’improvviso la sua personalità è cambiata. È diventato angosciato, agitato, ha iniziato a piangere di notte e a soffrire di attacchi di panico: non voleva essere toccato, insomma era diventato ragazzino totalmente diverso da quello che conoscevamo e, purtroppo, non poteva dirci perché“.
I genitori non erano mai stati avvertiti di questa “punizione” dalla scuola, che non ha mai risposto alla richiesta di scuse ufficiali, sostenendo che gli insegnanti erano stati costretti a legarlo “per la sicurezza dell’alunno” e che non c’è stata alcuna mancanza di rispetto nei suoi confronti. I genitori sono stati quindi costretti a rivolgersi alla polizia e a denunciare il preside, accusato ora di violazione dei diritti umani.
Il loro avvocato, Kevin Winters, afferma che “il diritto all’educazione è un diritto umano, perché consente alla persona di crescere, svilupparsi e realizzarsi. Questo bambino ha sofferto emotivamente e questa sofferenza si è ripercossa sulla sua formazione”. Nell’attesa della sentenza, il piccolo è stato tolto dalla scuola ed educato in casa, dove si spera possa ritrovare la serenità.