Due maestre di scuola d’infanzia sono state tratte in arresto per aver maltrattato con schiaffi e insulti i bambini a loro affidati. Succedeva alle porte di Roma, a Formello e, dopo attente indagini, il Gip del Tribunale di Tivoli ha firmato l’ordinanza di arresti domiciliari per le due donne.
Schiaffeggiati e offesi, i bimbi erano in totale balìa delle due maestre, che parevano incuranti delle gravi conseguenze. Le indagini sono partite proprio grazie ai piccoli, che a casa hanno cominciato a mostrare strani atteggiamenti: forte ritrosia per l’andare a scuola e emulazione dei gesti che subivano, soprattutto. Non sono tardate le segnalazioni di alcuni genitori, a cui sono seguite intercettazioni ambientali, che purtroppo hanno confermato quanto di peggio si poteva temere.
La Procura di Tivoli – che ha scelto di non diffondere le immagini per non turbare ulteriormente i coinvolti e le loro famiglie – ha incaricato il Gip del Tribunale locale di emettere l’ordinanza d’arresto, subito eseguita dai Carabinieri della compagnia Roma Cassia. Dalle immagini visionate, comunque, si evincevano duri maltrattamenti all’indirizzo dei piccoli. Durezza, troppa durezza, che per le due maestre non era altro che manifestazione di punizioni esemplari.
Il pm Francesco Menditto pone l’accento sulla celerità delle indagini e loro conclusione, al fine di mettere presto un punto all’orrore vissuto dai bimbi durante le ore di attività didattica. La sinergia di Magistratura e forze dell’ordine, per cui va un grande plauso, hanno interrotto abbastanza presto la spirale violenta in cui versavano i piccoli: un segnale forte per rinforzare la fiducia nello Stato, dato che spesso i cittadini che denunciano restano delusi dalla lunghezza dei tempi.
Il Codacons, nella persona del suo presidente Carlo Rienzi, non si ritiene invece soddisfatto in modo completo: servono risposte anche dalla politica. Giace in Parlamento da almeno tre anni la proposta di legge per l’obbligo di telecamere a circuito chiuso in asili, scuole e centri per anziani. Solo così – secondo Rienzi – si può davvero arginare questo fenomeno. Pare che tutti siano d’accordo, ma non si spiega come mai l’approvazione in Senato di questa proposta è stata rimandata a data da destinarsi.