Il concetto di inclusione è importantissimo in ambito scolastico. Proprio per questo motivo si cerca sempre di rendere adeguate sia le strutture scolastiche, sia la formazione dei docenti.
Eppure a Lodi, nella scuola di Cornegliano Laudense, è successa una cosa piuttosto spiacevole. Molti genitori infatti hanno deciso di tenere i propri figli a casa. Il motivo sarebbe da ricercarsi nell’inserimento in classe di una bambina disabile. Questa infatti comprometterebbe il regolare svolgimento delle lezioni. L’episodio risale all’11 ottobre ma viene reso noto solo ora.
I docenti hanno così risposto: «La comunità educante dell’I.C. Lodi Terzo intende, in questo particolare momento, ribadire con forza e determinazione che l’idea dell’inclusione, oggi più che mai, è parte integrante e fondante del corredo genetico di questa istituzione scolastica».
Hanno dunque proseguito: «Una idea, quella dell’inclusione che oggi più che in passato deve essere difesa e protetta; con il procedere concreto e quotidiano che trova il suo significato ultimo nella progettazione, nella formazione e nella ricerca del benessere di tutti i ragazzi e di tutti i genitori che hanno deciso di affidare le sorti educative e umane dei loro figli alla nostra scuola».
Dunque concludono: «La scuola è una comunità e come tale deve occuparsi di tutti. Sappia la comunità di Lodi che troverà nella nostra scuola un presidio forte di inclusione, legalità e amore per la bellezza intesa come costante ricerca del benessere per chiunque varchi la soglia del nostro istituto».
Ma le cose però, dal punto di vista dei genitori, non sarebbero esattamente come sono state riportate. Un papà di un alunno infatti afferma con decisione che la protesta non riguarda l’inclusione della bambina disabile (che per altro sarebbe stata ben accolta), bensì la mancanza di risposte del corpo docenti sui problemi comportamentali della stessa.