La relazione tra docenti e alunni non è mai stata facile e nell’epoca dei social è al centro di un dibattito logorante che ha visto, quest’anno in particolare, le parti interessate offendersi e accusarsi.
Ma esistono le eccezioni che fanno sperare in un cambiamento significativo verso la costruzione di una relazione più vera e profonda all’interno della classe. È importante farle conoscere e condividerle.
E sarà la stessa Rete, quella che tante volte scoraggia, offende e profondamente delude a trasmettere un messaggio di positività e fiducia a tutti coloro che amano questo meraviglioso lavoro, attraverso il bellissimo dialogo tra un’alunna del primo anno della Scuola Secondaria di Primo Grado e la sua “magica” Prof.
Un messaggio di speranza che dovrà far riflettere anche quei docenti avviliti e sfiduciati e spingerli a cercare quella chiave che apre l’universo straordinario dei propri alunni.
Non è difficile trovarla: basta guardare nei loro occhi, ascoltare la loro voce, accendere le loro menti, “viaggiare” insieme a loro e non avere mai paura di sbagliare.
Questa sì che è una Prof!
“T.R. La mia prof.
Lei che sbaglia classe alle prime ore.
Lei che ha il superpotere di leggere nella mente dei suoi ragazzi.
Lei che è un detective eccezionale delle emozioni.
Lei che invece di fare lezione insegna a vivere.
Lei che non mi ha mai lasciato la mano anche quando io ho lasciato la sua.
Lei… semplicemente incredibile.
Solo lei ha le chiavi. Le chiavi per il nostro universo.
Un universo di “intelligenze divergenti” come le chiama lei.
Credo che lei abbia la password del nostro cervello solo perché è una di noi.
La sua missione è assicurarsi che noi possiamo vivere la nostra esperienza come un viaggio straordinario.
Il suo cervello è liquido. Non ha schemi mentali, ma è proprio questo che la rende speciale. Che la rende bambina dentro.
Soltanto guardandola negli occhi immensi come nocciole mature, si legge la passione per il suo lavoro.
Ha voglia di imparare da noi. Curiosa, gentile. Geniale. A volte impossibile altre semplicissima. Quasi normale.
Non ha paura. Non ha paura di difenderci quando tutti sono contro di noi. Non ha paura di sperimentare la tecnologia. Non ha paura di essere giudicata per quello che è.
Ci insegna ogni giorno la cosa più importante: non avere paura di essere noi stessi.
Mi ha convinto che un giorno cambierò il mondo. Sono una persona con i piedi per terra ma a ciò che mi dice lei, io ci credo sempre. Perché lei ha cambiato il mio di mondo.
Mi sento al sicuro solo a osservarla perché so che anche lei ha paura.
Una stella cadente che ti fa credere nei sogni esattamente come fa lei. Ecco cos’è.
Il suo sorriso che fa capolino dagli zigomi alti. Malizioso, furbetto. Ma come un libro aperto che ti trasmette esattamente il modo di fare meglio. Ti regala la fiducia di una mamma. Ti regala un sorriso sempre.
Ti dà la certezza che anche tu puoi sbagliare serenamente. È impossibile non volerle bene. Perché alle cose oggettivamente magnifiche non si può non voler bene.
Non la dimenticherò e sono sicura che lei non mi dimenticherà. Non per le sue lezioni ma perché mi ha fatto capire che sono speciale anche io. Mi ha insegnato ad essere eroina per qualcuno, come lei lo è stato e lo è ancora per me.
Giulia”
“Mia carissima Giulia,
Ho letto il tuo testo con estrema attenzione.
Ho provato un piacere che le mie parole non riescono a descrivere.
Ho avuto bisogno di tempo per rispondere.
Le tue parole sono speciali, come speciale sei tu, piccola esploratrice coraggiosa!
Quanto al contenuto e agli stimoli infiniti che mi rendi con i tuoi argomenti, devo dire che non la smetterei di scrivere.
Sì, hai visto molto di me. Amo infinitamente il mio “lavoro”. In tutta franchezza, amo stare con voi, adoro sentirvi parlare, mi emoziona il vostro senso critico, diverso e puntuale, spesso più acuto di molti adulti; mi entusiasmano i vostri lavori; mi toccano le corde del cuore le vostre storie. Quelle della vostra vita.
Spesso mi sento vicina a voi perché tocco con mano quella freschezza, quella libertà che solo i ragazzi hanno.
Solitamente, il tempo e l’età adulta ti svuotano di “spontaneità e leggerezza”. Leggerezza emotiva intendo. Quella che ti permette di entrare nell’animo e nel cuore dell’altro per non uscirne più.
Vorrei conservare per sempre quella parte di me che mi permette di amarvi in modo incondizionato. Perché voi rappresentate il momento più bello della vita umana. L’attesa. L’attesa della festa della vita.
Continua ad alimentare di bellezza infinita, di conoscenza, di belle pagine, di arte, di cuore e di emozione la tua attesa perché così (ed io non ho dubbi), mia carissima Giulia, la tua festa sarà speciale. Come speciale sei tu!
Averti incontrata è stato un grande privilegio!
Tua Prof”