La decisione del Consiglio d’Istituto del Tecnico Industriale Statale Cardano ha il sapore della maturità in ogni senso.
I ragazzi che si sono macchiati degli atti di vandalismo nella scuola e dell’aggressione ai compagni e ai docenti, infatti, sono stati puniti dalla scuola in maniera esemplare: non ammessi all’esame di maturità, ovvero bocciati.
La scuola, finalmente, ha dato un segnale educativo forte, al di là dei provvedimenti della magistratura per i danni alla scuola e per la violenza sulle persone coinvolte.
I tre ragazzi non ammessi all’esame di maturità, secondo quanto deciso dal Consiglio di Istituto, non sono abbastanza “maturi”, non sono pronti per quell’inserimento sociale che la scuola dovrebbe favorire. E troppo spesso e d’obbligo l’uso del condizionale.
La decisione del Consiglio tocca anche un altro aspetto, ovvero il rapporto tra scuola e famiglia. La famiglia appunto, che per prima dovrebbe (condizionale) educare i ragazzi, senza delegare il compito alle altre realtà che i loro figli frequentano, che siano la scuola, l’oratorio o il campo sportivo.
Le conseguenze sono queste, anche se spesso non si riescono a vedere, troppo spesso vengono minimizzate in primis dai genitori, troppo stanchi, troppo indaffarati, troppo maleducati a loro volta per comprendere che la mancanza di rispetto, la disobbedienza e il menefreghismo dei loro figli è un grande problema per tutti.
Perché deve toccare agli insegnanti accollarsi completamente il problema dell’educazione dei ragazzi? Spesso sono i genitori i primi a dare l’esempio negativo, anche di fronte ai professori. Spesso va a finire con qualche parola di sdegno, nei casi più gravi con un articolo sul giornale, poi l’abitudine alla maleducazione fa dimenticare tutto.
Spesso, ma non questa volta: la scuola Cardano ha dato l’esempio. Chi non ha la cultura per comportarsi come una persona civile, non piò essere promosso, non può essere maturo.