Bambini bassi e aggressivi? Potrebbe essere la Sindrome di Napoleone
Numerose evidenze scientifiche dimostrano quanto la statura rivesta un ruolo determinante nell’ambito dei rapporti sociali. Un recente studio americano “Life at the top: the benefits of height” ha dimostrato che i soggetti più alti provano più spesso sentimenti positivi rispetto ai soggetti più bassi. La pubblicazione ha però sottolineato come, oltre un certo limite di centimetri, il rapporto s’inverta: i “troppo alti” vengono considerati bizzarri e hanno problemi di salute.
La voglia di essere più alti in America è un vero e proprio fenomeno sociale che va sotto il nome di “hightism”. Gli americani hanno una vera e propria ossessione per l’altezza, tanto che sono fermamente convinti che i presidenti americani alti siano i migliori perché “baciati dalla fortuna” e i più forti, come a simboleggiare una sostanziale correlazione fra l’alta statura ed il potere.
Numerose ricerche condotte in vari Paesi hanno dimostrato che la bassa statura può influenzare l’equilibrio mentale di bambini e adolescenti.
Uno studio italiano del 2003 condotto dal Prof. Mazzone, ha analizzato gli aspetti psicologici in bambini con bassa statura. Questa caratteristica fisica sembra avere delle ripercussioni sulla sfera affettiva, sulla dipendenza dalle figure genitoriali, sulle relazioni e sulle abilità neuropsicologiche: stando ai risultati della ricerca, i bambini più bassi avrebbero una bassa autostima e tratti di ansia e depressione più marcati rispetto ai bambini più alti.
La Sindrome di Napoleone, così chiamata proprio in riferimento al celebre imperatore francese, è un complesso di inferiorità dovuto alla bassa statura che sminuisce, nell’adulto, le sue reali capacità. Tendenzialmente, si manifesta in età adulta, ma non riesce difficile immaginare che i presupposti affinché tali sentimenti di inferiorità attecchiscano, trovino terreno fertile nell’infanzia e soprattutto nell’adolescenza.
Sarebbe proprio l’altezza a scatenare la rabbia nei ragazzini -prevalentemente maschi – che sono portati a sentirsi inferiori, meno mascolini e meno importanti rispetto agli altri. Da qui possono nascere atteggiamenti di aggressività e violenza atti ad affermare la propria forza, soprattutto nei confronti dei soggetti ritenuti “inferiori” dal bambino, come i compagni più piccoli o le ragazze della classe.
Tali aspetti psicologici vengono spesso rafforzati anche dalle azioni inconsapevoli dei genitori. Molto spesso infatti i genitori del bambino più basso rispetto alla norma, si riferiscono a lui in termini “negativi” con espressioni quali: “il bambino cresce a fatica”, “è un po’ in ritardo”, ha una “crescita ritardata”. Rispetto ai compagni è spesso il più basso e quindi viene considerato di meno proprio perché più piccolo rispetto a loro. Si tratta di immagini ben precise che il bambino percepisce come reali e che vanno ad integrarsi con l’immagine di sé che è intento a costruire e di conseguenza incide col suo livello di autostima e possono pregiudicare la sua sensazione di benessere.
Tale senso di inadeguatezza e tali comportamenti aggressivi potrebbero sfociare nella Sindrome di Napoleone. Tale condizione, se non adeguatamente valutata e seguita da uno specialista potrebbe dare luogo ad adulti insicuri e violenti.
Risulta quindi di fondamentale importanza aiutare il bambino a “sentirsi all’altezza”: l’immagine corporea si può modificare nel corso della vita ed è quindi necessario aiutare i genitori a capire che il bambino dev’essere trattato in base all’età che ha e non come uno che “cresce a fatica”. Non di rado capita che molti genitori, ossessionati dalla bassa statura dei figli, diventino loro stessi la causa di un disagio che magari di per sé il bambino non avrebbe. Occorre dunque aiutare il ragazzo a colmare le fragilità lavorando per rafforzare la propria autostima, anche dando inizio a un percorso al fianco di specialisti dell’infanzia e dell’adolescenza.