Il sottosegretario all’Istruzione Sasso si esprime in merito a bagni neutri e carriere alias.
“Da qualche tempo alcuni dirigenti scolastici sono impegnati nell’attivare le cosiddette carriere alias e in iniziative come l’apertura di un terzo bagno per studenti che non si percepiscono né come maschi né come femmine. Certamente un tema delicato, da trattare con rispetto e sensibilità” pubblica su Facebook.
“Ma il faro per tutti noi deve essere quello del rispetto delle norme di legge attualmente in vigore, che costituisce il presupposto per non banalizzare la questione e per tutelare al meglio chi ha effettivamente intrapreso un percorso di transizione” continua.
“Le scuole non si devono produrre in fughe in avanti che strizzano l’occhio a percezioni di sé e della propria sessualità immature, estemporanee e, troppo spesso, passeggere” aggiunge.
“Non si possono affrontare con leggerezza temi così importanti. Né qualche preside può permettersi di violare il patto di corresponsabilità educativa con le famiglie, troppo spesso lasciate ai margini e inascoltate. Né, ancora, la ricerca di visibilità può giustificare lo scavalcamento da parte di un dirigente scolastico o di un insegnante delle autorità preposte al riconoscimento formale e sostanziale della nuova identità di un cittadino” prosegue.
Poi scrive: “La scuola non può incoraggiare condotte che richiederebbero, per la serietà e la delicatezza del tema, ben altri approfondimenti. Si corre il rischio di confondere le idee agli studenti in una fase della loro vita già particolare, in cui le influenze esterne, lo spirito di emulazione, la ricerca di una propria identità e soprattutto la necessità di attirare l’attenzione sono spesso più forti di una effettiva consapevolezza e di una reale percezione di sé“.
“Tutela e inclusione degli studenti sì, bandierine ideologiche e tentativi di strumentalizzazione politica no” specifica.
“E per favore, conclude Sasso, evitiamo banalità come lo schwa e gli asterischi. Affrontiamo questi temi con serietà e responsabilità per il bene della nostra comunità scolastica” conclude.