L’insegnante e giornalista Paolo Latella, Segretario Unicobas Scuola & Università Lombardia Membro direttivo nazionale, ci aiuta ad avere una visione più ampia e reale della situazione dell’insegnante italiano rispetto all’insegnante europeo.
I colleghi stranieri ci considerano dei grandi professionisti, eppure qui in Italia noi insegnanti viviamo quotidianamente le problematiche pratiche di uno stipendio tutt’altro che soddisfacente, unite alle non meno devastanti problematiche del sentir scendere sotto i piedi la propria dignità.
Dignità che si sente ferita a morte se ci si trova per uno scambio culturale con dei colleghi tedeschi nelle loro scuole. Inutile dire quanto queste scuole siano belle, pulite, con aule grandi e poco numerose, in cui oltretutto gli studenti hanno rispetto della figura dell’insegnante. E l’insegnante stesso continua così ad aver rispetto di se stesso, delle proprie capacità ben considerate e remunerate.
E gode di un ambiente lavorativo in cui il lavoro stesso diventa più dignitoso: la sala professori è un intero appartamento, con stanze singole, cucina con forno a microonde, frigo, macchina del caffè, pane, brioches, latte, acqua, quotidiani.
I colleghi tedeschi “vivono” con piacere la scuola, scuola che è uno spazio culturale ricco di ogni confort, di attività ludiche, ma anche di servizi ben curati quali i bagni pulitissimi, profumati, con addirittura assorbenti e fon.
Qualcuno potrebbe dire che si esagera; no, semplicemente si offre all’insegnante l’ambiente e il servizio più adeguati ad un luogo di cultura, a quella che è la base della vita civile di ogni individuo che da questo ambiente prenderà posto nella società. E allora non è troppo poter usufruire, come accade appunto in Germania, di una biblioteca, di una sala relax, di una sala computer con connessione veloce; né è troppo dare agli insegnanti le chiavi dell’edificio, in cui poter entrare ed uscire anche di domenica se necessario, per portare avanti con passione e dedizione il loro lavoro.
Passione e dedizione che ovviamente sono considerate in modo adeguato anche dal punto di vista della remunerazione. Se durante il periodo di scambio culturale con i colleghi tedeschi ci si trovasse infatti anche a godere di una cena insieme al ristorante, questi non ci permetterebbero mai di pagare. E questo non sarebbe semplicemente segno di gentilezza e ospitalità, ma purtroppo sarebbe soprattutto un gesto caritatevole, conoscendo qual è lo stipendio dell’insegnante italiano.
Restano infatti spiacevolmente stupiti per come veniamo trattati dalla politica del nostro Paese; per come addirittura un governo di sinistra abbia approvato una legge secondo cui per andare in pensione con 40 anni di contributi versati bisogna prendere un mutuo.
Per non parlare poi delle effettive differenze negli stipendi. Ma vogliamo parlarne. Vogliamo riportare numeri. Vogliamo riportare la verità. Solo gli insegnanti di Grecia e Slovacchia hanno buste paga inferiori a quelle degli italiani. In Italia purtroppo non c’è adeguamento dello stipendio nel corso della carriera, questo è il problema maggiore.
Ecco i dati numerici: i docenti della secondaria di secondo grado arrivano a percepire stipendi fino ad un massimo di 38.745 euro lordi all’anno, mentre in Germania sfiora i 64mila euro. In Spagna, dove l’economia non è di certo più florida di quella italiana, arriva a 48mila euro. Gli insegnanti belgi 63mila euro; quelli austriaci superano i 65mila euro annui; i docenti del Lussemburgo addirittura125mila euro medi.
E volendo tornare anche numericamente sul discorso dell’adeguamento dello stipendio nel corso della carriera, vediamo che ad esempio in Francia i maestri della primaria appena assunti percepiscono più o meno quanto i colleghi italiani (tra le 22mila e le 23mila euro lorde); con la differenza, però, che al termine della carriera, gli stessi docenti francesi prendendo oltre 10mila euro in più (oltre 44.500 euro contro 33.700 euro lordi).
Semplicemente l’Italia dovrebbe imparare dai tedeschi, che grazie al nostro spread si concedono condizioni e guadagni ben più elevati dei nostri.
E allora perché non ricostruire tutte le strutture scolastiche?
E perché non discutere seriamente di un aumento degli stipendi degli insegnanti? Ecco, la proposta dell’Unicobas Scuola e Università alle Commissioni Cultura ed Istruzione di Camera e Senato è proprio quella di un aumento di 1000 euro al mese per gli stipendi degli insegnanti e di 250 euro per gli stipendi del personale non docente. Non si può permettere che il comparto scuola resti in questa condizione di abbandono come negli ultimi 10 anni.
Con il contratto appena firmato e in scadenza il 31/12/2018 sono stati dati 25 euro netti a tutti, ma sono stati persi più di 25 mila euro, come riporta Cgil.
Eppure, nonostante si versi in queste condizioni, non sono pochi quelli che, venendo a conoscenza di questa proposta, scrivono sulla pagina facebook di Paolo Latella parole di questo tipo “Eh già adesso chiedono aumenti di 1000 euro… non si vergognano?”.
Ma per gli insegnanti è tutt’altro che motivo di vergogna sperare che il Ministro Bussetti risollevi le sorti della scuola italiana ed esalti la figura dell’insegnante. Né tantomeno è motivo di vergogna chiedere che la dignità e la professionalità dell’insegnante vengano anche riconosciute attraverso uno stipendio degno della rilevanza di questa professione, fondamentale nella nostra società.
Si tratta di rispetto della dignità dell’insegnante italiano e della dignità dell’Italia stessa all’interno dell’Europa.