Da quando è scoppiata l’emergenza del coronavirus, non è passato giorno in cui tutti i cittadini italiani non hanno acclamato i medici, gli infermieri e il personale sanitario. Sono proprio loro a essere in prima linea nella lotta contro il virus. Allo stesso tempo, tra le varie acclamazioni, questi professionisti, che stanno vedendo le loro strutture sempre più al collasso, stanno lanciando un duro allarme. Il personale è scarso, i turni sono estenuanti e il salario (per molti) è davvero basso. Questa volta, l’attacco arriva da parte di un giovane infermiere di Milano, Lorenzo Pintori.
Qualche giorno fa, l’infermiere ha pubblicato sul suo profilo Instagram una foto che lo ritrae. Ha il viso stanco e i segni sul volto della mascherina e di tutti i dispositivi di protezione portati nel corso della giornata. Come caption, descrive la sua paura. “Come infermiere ammetto che la paura è tanta. Ma non abbiamo paura di entrare in contatto con il virus. Piuttosto, di poter accidentalmente contagiare quelle che sono le persone a noi più vicine e più care. Perché noi a casa non possiamo stare. E tutto questo mi fa riflettere“, ha scritto.
Il post continua con un’analisi della situazione sanitaria attuale confrontata con la considerazione del settore diffusa prima del coronavirus. “Prima del coronavirus, quando venivano tagliati i posti letto nelle rianimazioni, quando i concorsi per infermieri erano bloccati, quando medici e infermieri emigravano all’estero per una paga decente dov’era la politica? Finita questa emergenza cambierà davvero qualcosa? Oppure la classe dirigente tornerà a far finta di nulla, continuando a togliere fondi alla sanità?“.
“È facile ora dare degli eroi a infermieri e medici. Ma i ringraziamenti e gli elogi servono a poco se un domani non cambierà qualcosa e non ci sarà una presa di coscienza sul fatto che, per anno, è stato fatto un vero e proprio stupro della sanità pubblica. – ha dichiarato l’infermiere – Non so quanti di voi sarebbero disposti per 1500 euro, con neanche 40 euro lordi di indennità di rischio infettivo al mese, a fare quello che stiamo facendo con così tanto sacrificio ed efficienza“.