Noi adulti siamo sempre di fretta: orari precisi, organizzazione maniacale, programma della giornata spesso al minuto per farci entrare tutto quello che dobbiamo fare.
Questi ritmi, che possono andare bene per un adulto, anche se anche per gli adulti risultano spesso stressanti e faticosi, non possono e non devono essere imposti ai bambini, che hanno invece bisogno di tempo per elaborare, pensare e sì, anche annoiarsi.
Perché annoiarsi è fondamentale. Senza la noia, il bambino non sarebbe spinto a reagire e a ragionare per trovare una soluzione che lo faccia uscire dalla noia, dall’inattività e gli faccia fare qualcosa di più divertente e costruttivo.
Annoiarsi insegna ai bambini a regolarsi autonomamente, a strutturare i tempi di riposo nel modo che preferiscono e anche a capire cosa gli piace fare di più, per cosa hanno una predisposizione o cosa invece non hanno voglia di fare.
Se è giusto dare ai bambini la possibilità di provare tante attività differenti (corso di piano, di inglese, di nuoto, di danza e chi più ne ha più ne metta), è anche vero che una volta fornite al bambino le possibilità, bisogna lasciarlo scegliere autonomamente.
Come si arriva a una scelta autonoma? Senza l’imposizione.
Spesso a fin di bene, i genitori organizzano la giornata del bambino in modo tale da farlo essere impegnato, per non farlo annoiare.
Ma come abbiamo visto, la noia è la chiave del processo di selezione. Se i genitori sono di fretta tra casa e lavoro, fare la spesa e preparare la cena, al bambino serve tempo per rielaborare tutto quello che è accaduto nella giornata, per cominciare un gioco e, se si annoia, smettere dopo poco e cominciarne un altro, selezionando ogni giorno cosa preferisce, per poi magari tornare al gioco vecchio il giorno successivo, senza pressione né orari prestabiliti (nei limiti del possibile).