«Per lei insegnare era una missione», così la ricorda Mario Di Carlo, dirigente del liceo di scienze umane Rodari di Prato. Proprio così, Anna Pandico insegnava al Rodari da dieci anni, ma per gli studenti non era solo una “prof”; sapeva essere per loro anche una madre affettuosa, sapeva coinvolgerli ed emozionarli con il teatro e la letteratura e sapeva rompere ogni loro barriera trascinandoli anche sul palcoscenico. Perché per lei il teatro era vita, e così lo trasmetteva ai suoi ragazzi.
Purtroppo in pochi mesi una dura malattia se l’è portata via a soli 48 anni. Era assente da scuola dall’autunno scorso, pur mantenendosi in contatto con colleghi e studenti.
Quegli stessi studenti che hanno voluto salutarla prima della sua partenza per Nola (Napoli), suo paese di origine. Ragazzi e ragazze commossi alla camera ardente nella sua casa, alla vigilia del loro esame di maturità, a piangere la scomparsa di quella professoressa che amavano, quella professoressa di cui amavano l’energia e l’entusiasmo con cui sapeva motivarli.
Aveva una laurea in lettere classiche conseguita all’università di Napoli “Federico II” con una tesi in storia della filosofia antica. E con tanti sacrifici era arrivata all’immissione in ruolo in un liceo di Prato.
E di lei Di Carlo dice ancora: «Era un’insegnante attenta, sempre molto partecipe della vita dei ragazzi. Rispondeva a ogni stimolo culturale, coinvolgendo anche realtà esterne alla scuola: il teatro era la sua passione».
Riguardo al teatro non possiamo non ricordare i tanti talenti di Anna, esperta di scrittura creativa, formata alla scuola di drammaturgia di Dacia Maraini, e grande amante della recitazione. Era salita anche sul palco del Fabbricone con lo spettacolo “Il passaggio degli angeli”.
Ci parla di lei anche un ex docente di lettere e animatore di varie iniziative culturali in città, Giuseppe Maddaluno, che dice «Ad Anna mi legava una grande amicizia: non dimenticherò mai la sua sensibilità». Proprio lui aveva scoperto il suo talento poetico. Alcuni versi di Anna dedicati al grande Pasolini sono presenti infatti in un libretto pubblicato tre anni fa a Prato, “Pasolini 40”, una raccolta di poesie curata proprio da Maddaluno e Antonello Nave.
Luigi Nespoli, storico preside di Prato che aveva lavorato con Anna quando, prima dell’insegnamento, lei ancora lavorava nella segreteria del liceo di via Galcianese, ha a cuore la stessa Anna e questo suo attivismo culturale sul territorio, e non vorrebbe assolutamente veder disperdere tutto ciò.
E allora dal suo profilo facebook lancia questa proposta: «Anna scriveva in modo eccezionale, ne ricordo ancora un atto unico teatrale scritto su una giovane donna che colloquia con se stessa e la sua vita. Riportiamo alla luce ciò che Anna ha scritto e facciamolo rivivere a teatro, a scuola, anche per qualche radio creativa che operi su questo ed altri territori».
Una proposta che vuol far rivivere Anna e le sue parole, perché certe persone non possono né devono andar mai via, devono invece continuare a vivere nei percorsi e nelle vite di chi resta.