Fu il 26 marzo 2004 quando in via Melito a Torre Annunziata Matilde Sorrentino, 49 anni, viene raggiunta al volto e al petto da colpi di pistola. Inutili i soccorsi, la donna, che aveva salvato i bambini di Torre Annunziata dai pedofili, muore. Tutto era cominciato nel 1997, nella scuola elementare del cosiddetto “rione Poverelli”, zona ricca di case abbandonate al degrado.
Un bambino aveva infatti dichiarato di non voler più tornare a scuola perché aveva paura di andare al bagno da solo. Altri bambini avevano manifestato problemi di apprendimento, aggressività e ansia. Poco tempo dopo una mamma si presentò ai carabinieri per fare denuncia: la mamma si chiamava Matilde Sorrentino e il suo piccolo Salvatore era tra i preferiti degli orchi. Con lei altre due mamme, Bianca e Pina.
Alla fine dell’anno scolastico, i Carabinieri di Torre Annunziata arrestarono 21 persone con l’accusa di abusi sessuali nei confronti di bambini di età compresa tra i 5 e i 7 anni e pochi mesi dopo iniziò il processo per gli orrori della scuola del Poverelli.
Sul banco degli imputati sedevano personaggi noti della criminalità locale, tra cui Francesco Tamarisco, ritenuto dai magistrati capo del clan camorristico dei ‘Nardielli’. Decisiva per le sorti del processo fu la testimonianza di Matilde Sorrentino, che divenne simbolo dell’eroismo del quartiere.
Nel giugno del ’99, esattamente due anni dopo, la corte condannò in primo grado 17 dei 19 imputati. Le pene più dure furono inflitte a Pasquale Sansone, il bidello, che ebbe 15 anni di reclusione e a Michele Falanga, titolare di un bar, a cui furono dati 13 anni; pene inferiori a tutti gli altri.
Nel 2004, quando ormai il paese e Matilde soprattutto avevano cercato di lasciare questa brutta storia alle spalle, Alfredo Gallo, 27anni, salì le scale del condominio di via Melito per uccidere Matilde. Un anno dopo sarà condannato a 27 anni per omicidio.
Il giovane Alfredo, però, era stato solo il semplice esecutore del delitto. Per arrestare il mandante dell’omicidio ci sono voluti altri 14 anni. Infatti, il 19 ottobre 2018, Francesco Tamarisco, boss dei narcos Nardielli, assolto in appello dall’accusa di pedofilia per i fatti del Poverelli, è stato arrestato.
“L’omicidio di Matilde Sorrentino rappresenta l’epilogo tragico di una delle più gravi vicende criminali verificatesi sul territorio di Torre Annunziata” ha detto il procuratore della Repubblica di Torre Annunziata, Alessandro Pennasilico, commentando la notizia.
Oggi a Matilde Sorrentino, la mamma coraggio di Torre Annunziata, sono intitolati eventi e riconoscimenti. Quanto agli orchi del Poverelli, alcuni hanno scontato la loro pena e altri, invece, hanno avuto un epilogo diverso. A poche settimane dalla scarcerazione per decorrenza dei termini, il 26 e 27 luglio del 1999, il barista Falanga e il bidello Sansone finirono a terra crivellati di colpi, in due agguati di Camorra.