Interessante considerazione quella del Ministro per la famiglia e le disabilità Lorenzo Fontana riguardo la cannabis light. Proprio questa sarebbe finita nel suo mirino: questa tipologia di cannabis che presenta una quota di THC pari allo 0,2% (ma che può raggiungere fino lo 0,6%) sarebbe per il ministro pericolosa come la cannabis tradizionale.
La sua affermazione troverebbe conferma nella ricerca del dottor Giovanni Serpelloni, capo del Dipartimento delle politiche antidroga della Presidenza del Consiglio. Nella ricerca si dimostra che, prendendo 20/30 grammi di cannabis light venduta liberamente in Italia, si possa estrarre una quantità di THC considerata alterante.
Il metodo, secondo il ricercatore, sarebbe piuttosto semplice: servirebbero 30 grammi di cannabis, un estrattore a gas butano, ed un manuale preso online che spieghi il procedimento. Il tutto è ottenibile in 15 minuti ed in maniera legale. Il risultato sarebbe una canna “tradizionale”
Il ministro sarebbe rimasto colpito da questa ricerca e si schiera ulteriormente contro ogni tipologia di droga affermando ingenuamente che: “Se una cosa fa male non capisco perché mai dovremmo renderla accessibile”, dimenticando paradossalmente i danni provocati da alcool e tabacco.
Ovviamente la preoccupazione del Ministro è al di fuori della realtà: la realizzazione del procedimento spiegato dal dottor Serpelloni costerebbe al consumatore una somma variabile dai 200 ai 400 euro. Chi acquista la cannabis light non cerca di ottenere lo “sballo”, quindi l’allarmismo lascia il tempo che trova.